Emergono nuovi dettagli nella diatriba fra la piccola Skyhook, nota per aver introdotto una tecnologia di geolocalizzazione per triangolazione via Wi-Fi, e il colosso Google, accusato da Skyhook stessa di aver plagiato la loro tecnologia non solo violando i brevetti detenuti ma attraverso pratiche di boicottaggio sul mercato. Le ultime indiscrezioni riguardano proprio Apple, che nel 2008 spiegò come il primo ed originale iPhone sfruttasse la tecnologia di tringolazione di Skyhook per tracciare al posizione.
Dopo il keynote, Sergey Brin di Google avrebbe contattato Jobs dicendosi dispiaciuto della decisione di Apple: anche Google avrebbe voluto gestire gli stessi dati gestiti da Skyhook, per poter così raccogliere i dati degli utenti. Dalle documentazione legale depositata da Skyhook, l’azienda non si spinge a ritenere quel fatto come direttamente conseguente all’abbandono da parte di Apple di Skyhook (ma anche di Google) per la tecnologia di triangolazione, ma viene usato come prova dall’azienda per dimostrare che Google era conosceva dunque la tecnologia di Skyhook ed avrebbe perciò volontariamente violato i brevetti.
Che Google abbia comunque giocato un ruolo ostruzionistico fra Apple e Skyhook è un’affermazione forse non direttamente espressa da Skyhook ma molto vicina alle accuse già note e rivolte a Mountain, che – secondo quanto già espresso in sede legale dall’accusa – avrebbe tentato di fare piazza pulita attorno a Skyhook, costringendo molti partner (soprattutto produttori Android) a usare le medesima tecnologia prodotta da Google e non la controparte avversaria. Nel 2008 le relazioni far Apple e Google erano ancora buone ed è possibile che l’intervento di Google abbia comunque sortito qualche effetto.