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SiriOS in arrivo alla WWDC20?

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Apple avrebbe intenzione di sviluppare “SiriOS“, un sistema operativo indipendente da tutti gli altri finora prodotti, L’indiscrezione – da prendere con le molle – arriva da Mangrove Capital Partners, azienda di private equity e venture capital statunitense, secondo la quale un annuncio specifico arriverà nel 2020.

Nel report “Voice Tech 2019”, citato da Appleinsider – l’impresa d’investimento riferisce di un grande cambiamento nel prossimo decennio per quanto riguarda le tecnologie di computing voice-based, con sistemi che faranno sempre più affidamento all’Intelligenza Artificiale, all’apprendimento automatico ma anche al riconoscimento vocale e che probabilmente  porteranno alla nascita di una “nuova generazione di aziende tecnologiche in tutti i campi”.

La possibilità di riconoscere la voce con un livello di accuratezza superiore al 95% pone questi sistemi alla pari di esseri umani nella comprensione del linguaggio. Parlare a un dispositivo con la voce è indicata come una forma di comunicazione “molto più naturale, confortevole ed efficiente” rispetto alla scrittura e a detta di questi analisti diventerà in futuro la forma primaria di interfacciamento uomo-macchina. È evidenziata inoltre la sempre maggiore adozione di dispositivi per l’Internet of Things, di applicance per la smart home con sistemi di riconoscimento vocale integrati, la grande varietà di lingue supportate da Google, e le skill di Alexa.

Alla WWDC 2020 arriverà SiriOS?

I continui miglioramenti nell’Intelligenza Artificiale (AI) sono considerati in grado di affinare ulteriormente le capacità degli assistenti vocali, con una prima ondata di algoritmi avanzati, una seconda ondata con migliorie nel processo decisionale, seguita da una terza ondata nell’AI che permetterà di raccogliere dati da alcuni sensori e automatizzare procedimenti molto più complessi di quanto sia possibile fare ora.

Poiché questi miglioramenti avranno ripercussioni sulle modalità con le quali gli utenti interagiscono con i dispositivi, questo starebbe portando le aziende a “ripensare come interagire con il pubblico”, usando interfacce solo-voce sensibili al contesto”, che non hanno bisogno di prevedibili risposte con un copione da seguire.

Mangrove afferma che gli investimenti nelle startup che si occupano di voce, hanno raggiunto già  768 milioni di dollari nel solo 2019, superiore ai 581 milioni di dollari evidenziati nel 2018 e ai 298 milioni di dollari del 2017. Oltre un miliardo di dollari  sarà a quanto pare investito nelle startup che si occupano di voce nei soli Stati Uniti, e altri 118 milioni di dollari in Europa.

Alla WWDC 2020 arriverà SiriOS?

Alla fine del report di Mangrove (qui il PDF completo) si parla di privacy, elemento che, secondo un sondaggio di Microsoft, preoccupa il 41% degli utenti, in particolare quando si parla di “ascolto passivo”. A preoccupare gli utenti sono le scoperte di microfoni in dispositivi come Google Nest o quelli di Amazon, in grado di ascoltare le conversazioni in una stanza; l’azienda di investimenti suggerisce di seguire Apple in risposta alle preoccupazioni degli utenti, comportamento considerato “particolarmente incisivo”.

Per quanto riguarda Apple, si cita l’acquisizione di Silk Labs – una startup specializzata nell’Intelligenza Artificiale – con tecnologie in grado di elaborare informazioni direttamente su iPhone o iPad, senza fare affidamento a comunicazioni con server cloud. L’acquisizione in questione è indicata come una “mossa astuta” da parte di Cupertino. Di contro, Apple è indicata come meno brava nel creare un ecosistema intorno alla voce. “Knowledge Navigator” (un dispositivo-concept immaginato a Cupertino ai tempi della Apple di John Sculley), dimostra che la Mela aveva una visione “molto più chiaramente articolata” nel 1987 che ora.

Stando a quanto riferisce ancora il report, la community che si occupa di voce, si attende il rilascio di SiriOS in concomitanza della Worldwide Developers Conference (WWDC) di Apple del 2020, elemenoi che dovrebbe accelerare l’innovazione e l’adozione. Nel documento si cita Brett Kinsella del sito Voicebot.ai il quale parla di SiriOS come un qualcosa di “auspicabile per favorire l’innovazione”, visto da molti come un elemento che consentirebbe a Apple di rispondere ai progressi compiuti negli ultimi anni da Amazon e Google con i loro assistenti vocali.

Le fonti degli analisti riferiscono che Siri potrebbe diventare un sistema operativo equivalente ad Alexa con le sue skill o a Google Assistant con le sue Action per sviluppatori. Anziché parte di un sistema operativo, gestito e limitato da linee-guida e direttive che gli sviluppatori devono seguire con SiriKit, con differenze tra iOS e macOS, SiriOS potrebbe  essere qualcosa di indipendente dal sistema operativo presente sul dispositivo.

Avere SiriOS separato, permetterbebe di di richiamare alcune funzioni con Siri e vari sistemi operativi di Apple pareggiando le funzionalità ui tutti i fronti, con novità che sarebbe possibile implementare su tutti i dispositivi simultaneamente. Per gli sviluppatori, SiriOS potrebbe idealmente essere libero da intrinseche restrizioni varie esistenti in SiriKit, e non necessariamente richiedere profonde conoscenze di specifiche implementazioni di Siri nei sistemi operativi. La separazione di Siri come sistema indipendente potrebbe consentire infine agli sviluppatori di usare in nuovi modi l’assistente vocale nelle varie app, offrendo  livelli di personalizzazione che ora non sono possiibli.

Quanto riportato lascia immaginare che Mangrove abbia degli indizi precisi o forse è tutta una speranza e quanto indicato è solo un elenco di suggerimenti per Apple. Non ci resta che aspettare il prossimo anno per vedere se SiriOS sarà reale o solo l’ennesima indiscrezione campata in aria.

Per tutte le notizie su Siri vi rimandiamo a questa sezione di macitynet.

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