Silo, la serie televisiva trasmessa da Apple TV+ con cadenza settimana, è diventata un appuntamento fisso per il suo pubblico di appassionati. Un nuovo episodio ogni venerdì, sino al finale di stagione di questa settimana con la certezza che l’avventura non finisce qui, perché è stato già firmato il rinnovo per una seconda stagione.
Ma potrebbero tendenzialmente essercene anche di più perché la serie è basata sui libri di Wool La trilogia del Silo (su Amazon il libro della trlogia completa) e la storia quindi non finisce con due serie. Ma il successo di Apple non è dovuto solo allo sforzo dei dirigenti incaricati di fare acquisti o investire in produzioni di serie “di qualità” (come ad esempio Ted Lasso, Severance, The Morning Show e Hijack, il nuovo serial con Idris Elba) da trasmettere su TV+.
C’è anche un lavoro di marketing e promozione. Che nel caso di Silo è diventato molto interessante, perché il primo episodio, disponibile gratuitamente per chi non è abbonato ad Apple TV+, come per tutte le altre serie, adesso è stato messo anche su un altro canale. Twitter.
La storia di Silo
Ma di cosa parla la serie tv interpretata da Rebecca Ferguson (davvero brava) con un cast di comprimari notevole (soprattutto Common e David Oyelowo)? Mettete che ci sia un gruppo di persone, circa 20mila, che vive da sempre in un silo di 144 piani di 12 metri di altezza l’uno. Sono chiusi dentro, non si sa perché, cioè loro non lo sanno, e non hanno alcun contatto con il mondo all’esterno. Solo alcune telecamere che mostrano una collina tossica dove chiunque si avventuri (per una specie di condanna a morte-suicidio) muore dopo pochissimo.
Le ragioni della vita nel silo sono sconosciute perché non ce n’è memoria: non solo una rivoluzione, alcune generazioni prima, ha creato una discontinuità storica, ma la popolazione sopravvissuta è gestita da tre poteri (il sindaco, il giudiziario e lo sceriffo con i suoi assistenti) che coordinano le varie “caste” (i meccanici addetti alla manutenzione, i medici e gli infermieri, gli informatici, i coltivatori e via dicendo) per garantire una convivenza regolata e fruttuosa. O almeno, così pare.
All’interno di questa struttura da fantascienza distopica, si muovono i personaggi e si snoda la storia che, come potete immaginare, cerca di portare alle estreme conseguenze la premessa e saggiarne la resistenza. È una serie tv “moderna”, nel senso che ha imparato la lezione di Game of Thrones e le sorprese, anche scioccanti, a partire dal primo episodio non mancano.
Il problema di Apple
Da quando Apple ha deciso, prima con Steve Jobs e poi sempre più decisamente con Tim Cook, di giocare al gioco di Netflix, Disney+, Paramount+ e Amazon Prime Video, tra gli altri, c’è stata sempre una grande attesa sulle sue produzioni. Ma, nonostante il fatturato enorme, l’azienda non ha mai investito le somme faraoniche di Netflix e degli altri nel gioco della tv.
Certo, non spende poco, ma preferisce pochi prodotti però di qualità. Anche perché sicuramente non può “competere” troppo duramente con le altre app di streaming che poi sono presenti nel suo ecosistema, Apple TV (l’hardware) ma anche iPad, iPhone e Mac.
Tuttavia, Apple ha il problema di voler attrarre un pubblico crescente sul suo servizio TV+, che come app è presente già su tutti i dispositivi prodotti dall’azienda di Cupertino, ma che semplicemente viene “saltata” da molti utenti.
Per farlo ricorre alla messa a disposizione gratuita del primo episodio delle sue serie. Ma anche questo basta fino a un certo punto. Come fare a risolvere il problema? La soluzione, insegnano nei corsi di marketing, è spendere di più in pubblicità e fare qualche mossa coraggiosa. Come la messa in libertà di un episodio (il primo) su un altro canale non di proprietà.
3 days until the #Silo finale.
Here’s the entire first episode. pic.twitter.com/lIcTXCQ9D6
— Apple TV (@AppleTV) June 27, 2023
Andare a cinguettare, perché no?
La soluzione di Apple si chiama Twitter. Il social in mano a Elon Musk e molto criticato, è stato dato per morto o per morente, con una epocale migrazione altrove. Dove? Si supponeva su Mastodon, ma non è andata così. Soprattutto perché il federverse, il “metaverso federale” si pone in maniera ostica per la gran folla degli utenti comuni. Non ci sono altri social-versi dove fuggire e in realtà Twitter è meno abbandonato di quanto sembri.
Tanto che proprio qui Apple ha deciso di investire, mettendo l’episodio gratuito di Silo. Che resterà il tempo del finale di oggi e poi “evaporerà”. Ma già questa mossa rende conto chiaramente della volontà dell’azienda di entrare su un canale dove sa che ci sono i possibili utenti del servizio. Il possibile pubblico. Perché non YouTube, allora? Che poi è la destinazione naturale per il video gratuito, almeno dal punto di vista di noi utenti?
Perché in realtà quello di Google è il vero concorrente per tutti i produttori di servizi di streaming: negli USA viene pagato l’abbonamento per usare le funzioni avanzate che permettono di fruire di canali televisivi, vedere film e accedere a contenuti a migliore risoluzione. YouTube+ è il vero nemico di chi produce contenuti per i servizi di streaming e Apple evidentemente lo sa molto bene.
Conclusione
Twitter ha un suo utente numero uno: Elon Musk. La sua strategia e le sue linee guida sono diventate più dannose che tossiche, nel tempo. La pubblicità è fondamentalmente un modo per raggiungere un pubblico pagando, non un’approvazione di contenuti, ma in un certo senso è anche una partnership. Gli editori e le piattaforme rifiutano gli annunci discutibili e gli inserzionisti evitano le piattaforme discutibili. Dov’è il confine tra Apple e Twitter?
Non sorprende che Musk sembri applaudire il passaggio di Apple, comprese le icone hashflag personalizzate nella risposta al tweet promozionale di Apple. A Cupertino spendono molti soldi in pubblicità su vari media. Ma Twitter è l’unico posto in cui ci sono persone che si chiedono: “Perché Apple fa pubblicità lì?”.
Con gli inserzionisti di marchi premium che scarseggiano e cercano modi per ospitare contenuti video più lunghi, è difficile credere che Twitter stia guadagnando più soldi dai nuovi spettatori di Apple con questo annuncio su una serie TV per quanto di successo come Silo.
Non si tratta di soldi (che Musk ha in abbondanza), si tratta di prestigio (che, secondo molte analisi, sta mandando in bancarotta Twitter). Poiché il prestigio non può essere acquistato, Apple ha scelto di donare un po’ prestigio a Twitter per questa promozione. Alla fine, ci sta guadagnando Elon Musk.
Nota alla fine
Per quelli che si chiedono cosa sarebbe successo se Silo, che era in cerca di un network per essere prodotta dal 2012, fosse finita su Netflix o Prime Video, la risposta è semplice: sarebbe stata cancellata dopo la prima stagione perché l’algoritmo di quei servizi di streaming è diventato estremamente aggressivo e favorisce un rapido alternare di grandi produzioni a uno storytelling che abbia un inizio e una fine. Ma questa è tutta un’altra storia.
Tutte le immagini della serie TV Silo di Apple TV+ sono di Apple. Tutte le notizie che parlano di streaming sono disponibili nella sezione dedicata di macitynet.