Tutto confermato: Silicon Box, una delle aziende al mondo che sta facendo da pioniere nel settore dei cosiddetti chiplet, arriverà in Italia per uno stabilimento che potrebbe aprire scenari importantissimi nel campo dell’innovazione per il nostro paese.
I dettagli del progetto sono stati illustrati ieri al ministero dell’industria e del Made in Italy: l’azienda di Singapore si insedierà a Novara, investirà 3,5 miliardi (oltre ad altri 6 miliardi in costi operativi nei prossimi 15 anni) e assumerà 1600 persone. La notizia non è inattesa.
Silicon Box aveva annunciato l’accordo con il Governo che sostiene il progetto anche economicamente, lo scorso 11 marzo. Poi alcune anticipazioni diffuse dall’agenzia Reuters, avevano indicato correttamente la localizzazione dell’impianto che viene costruito a cavallo di Piemonte e Lombardia, al centro del triangolo industriale, in una zona che è crocevia logistico e viabilistico.
Le ricadute dell’insediamento che ha significato nazionale (oltre che ovviamente locale visto l’impatto trasformativo del territorio) sono potenzialmente immense e, come hanno detto ieri il ministro Urso, il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio e il sindaco Canelli, danno la possibilità di immaginare la nascita di una vera e propria Silicon Valley italiana.
I chiplet, lo ricordiamo, sono un concetto nuovo nel campo dei semiconduttori. Si tratta di “chip nei chip”, in sostanza di elementi che contengono al loro interno differenti processori specializzati ciascuno in compiti specifici (ad esempio un processore per intelligenza artificiale, accostato ad uno per il calcolo e uno per la grafica) interconnessi con linee di comunicazione ad alta velocità.
I chiplet al contrario dei SoC sono facilmente modulabili perché ciascun processore può essere affiancato ad altri a seconda del bisogno del cliente. Oltre a questo offrono bassi consumi e flessibilità nelle applicazioni.
Attualmente ai chiplet stanno pensando tutti i grandi protagonisti dell’elettronica, da Intel ad Ibm, da Nvidia ad AMD, ma il pioniere di questa tecnologia è Sehat Sutardja che aveva illustrato la sua visione in questo ambito molti anni fa.
Con la moglie Weili Dai, marito e moglie, aveva prima fondato Marvell Technology e poi con l’imprenditore Byung Moon Han, ex dirigente di Jcet , ha dato vita a Silicon Box che si occupa specificatamente di Chiplet. Un impianto dedicato a produrre chiplet è stato aperto a Singapore ma quello Italiano sarà molto più grande: 600.000 metri quadrati di superficie occupata contro 73.000. Lo scenario prevede che a Novara arrivino processori da vari fornitori.
Le componenti vengono tagliate e assemblati in chiplet per creare “supercomponeti” che rispondano alla del mercato dell’Intelligenza Artificiale da fornire a clienti nel campo dell’automotive, elettronica per la casa ed indossabili.
Come accennato Novara da questo punto di vista, collocata a metà strada tra Torino e Milano, sedi dei due più importanti politecnici italiani, al centro del corridoio che da Kiev arriva a Lisbona, sull’asse Genova-Rotterdam, già base di un’enorme numero di imprese di logistica, priva di rischi geologici e idrografici (un fattore fondamentale quando si parla di apparecchiature sofisticate e di alta precisione), è apparsa a Silicon Box il luogo ideale.
Idealmente intorno allo stabilimento dell’azienda di Singapore dovrebbero sorgere altre aziende nel campo dei semiconduttori, clienti, partner e fornitori, per dare luogo a quello che ha la potenzialità di diventare se non la Silicon Valley italiana cui hanno fatto cenno il ministro e il presidente della Giunta regionale piemontese, certamente un importante polo dello sviluppo della tecnologia a livelli italiano, facendo da scintilla per quel sempre ausipicato ma non ancora materializzato, processo trasformativo della nostra industria.
Lo stabilimento di Silicon Box è in avanzata fase di progettazione. La sua costruzione dovrebbe iniziare non appena l’Unione Europea darà il via libera al finanziamento del Governo. La prospettiva è iniziare la produzione ad inizio 2028 quando