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Oltre Face ID, Samsung pensa a uno smartphone che legge il palmo della mano

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Basta codici, impronte e anche al riconoscimento del volto: una nuova funzionalità di sicurezza potrebbe consistere nel leggere il palmo della mano. Un brevetto di Samsung recentemente scovato fa riferimento a un sistema in grado di scandagliare il palmo della mano o meglio, vene e pliche cutanee sul palmo, caratteristiche biometriche uniche che potrebbero essere usate, ad esempio, per suggerire codici o password all’utente che ha dimenticato queste informazioni.

L’uso del palmo della mano come metodo biometrico di sicurezza non è una novità assoluta. Dal 2012 una scuola in Florida ha iniziato a usare un lettore capace di leggere le vene del palmo della mano degli studenti per addebitargli il pranzo. Il sistema consente di rimpiazzare tessere e pin con uno scanner a luce infrarossa che non comporta nessun tipo di contatto fisico con la mano dello studente.

Brevetto lettura palmo della mano

Per il momento quello di Samsung è solo un brevetto e non è detto che il sistema sarà sfruttato in smartphone che vedremo a breve. Ricercatori di tutto il mondo studiano metodi di riconoscimento biometrici alternativi alle classiche password, alle impronte e al volto. Oltre ad alternative alle password, meccanismi di riconoscimento biometrico potrebbero essere usati in diversi ambiti legati alla sicurezza.

Tra le tecnologie biometriche sperimentate: l’impronta uditiva (misurando la struttura tubolare della parte interna dell’orecchio e la parte esterna – condotto uditivo e padiglione auricolare), la scansione del naso (un sistema che a quanto pare non è però preciso come la scansione dell’iride), il test dell’odore (metodo analizzato dal Department of Homeland Security statunitense secondo il quale i cambiamenti dell’odore potrebbero potenzialmente indicare qualcosa di sospetto), il modo di camminare (una metodologia che secondo alcuni ricercatori giapponesi permetterebbe di riconoscere una persona nel 90% dei casi), il modo di usare la tastiera, per passare a sistemi quali l’impronta digitale cognitiva che combina varie tecniche come la scansione degli occhi, il keystroke e l’analisi del comportamento dell’utente durante la navigazione in rete.

Un sistema che potrebbe far sorridere è legato al fondo schiena ma ricercatori giapponesi ritengono che è affidabile nel 98% dei casi e potrebbe essere usato come meccanismo antifurto per le auto. In futuro c’è chi prevede persino il metodo più sicuro di tutti: la scansione del DNA; il procedimento è al momento complicato ma un giorno – chissà- – potrebbe diventare una misura biometrica economica e veloce.

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