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SIAE propone una rivoluzione contro le immagini troppo costose

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La proposta SIAE per contrastare il costo eccessivo delle immagini è rivoluzionaria sia perché è formulata da una realtà storicamente ritenuta non molto rapida nell’accogliere i cambiamenti digitali, sia per la portata che, se approvata, la renderebbe all’avanguardia in Europa e non solo.

Nel corso degli anni per testate online e su carta la gestione delle immagini e i relativi costi sono aumentati sensibilmente, per svariate ragioni che possono essere perfettamente legali, come il recente Compendio 2024 per le immagini di opere d’arte, fino ad arrivare all’estremo opposto con società di pochi scrupoli che fanno incetta di diritti di immagini stock per poi richiedere rimdorsi spettacolari anche per la pubblicazione su un blog personale.

Il caso in Italia è scoppiato con la singolare protesta di La Repubblica chiude per SIAE andata in scena oggi, 30 maggio 2024. Le pagine 36 e 37 del quotidiano recano a caratteri cubitali la scritta “Questa pagina è chiusa per Siae”, con quattro grandi quadrati vuoti, che normalmente sarebbero serviti per la pubblicazione delle immagini.

SIAE propone una rivoluzione contro le immagini troppo costose
Le pagine 36 – 37 di La Repubblica con la protesta “Questa pagina è chiusa per SIAE” contro il costo troppo elevato delle immagini e il diritto di cronaca e informazione

Ecco, il punto è proprio questo. I testi e gli spazi vuoti recano le scritte Giorgio Morandi, Natura morta, Pablo Picasso, Le Demoiselles d’Avignon, Henri Matisse, La danza e Alberto Giacometti, L’uomo che cammina. La pubblicazione di queste opere d’arte sarebbe costata troppo per il quotidiano, che ha deciso di non pubblicarle.

Il compenso per le immagini è quello dovuto in base al “Compendio 2024”, in vigore dal 19 aprile 2024, relativo ai diritti per la riproduzione di opere delle arti figurative. Attualmente, la normativa prevede che sui giornali possa esserci gratuitamente solo un trafiletto con dati essenziali delle mostre, accompagnato da una sola immagine, grande quanto un francobollo (se non meno). Per una copertura più approfondita, con più immagini, e di grandi dimensioni, occorre pagare, con un sistema tariffario piuttosto complesso e oneroso.

Ne soffrono anche i musei

Non solo i giornali soffrono di questo nuovo regime tariffario. Anche i musei hanno chiesto a SIAE una trattativa per rivedere le condizioni. In particolare, Amaci ha chiesto d aprire un dibattito e un tavolo di discussione, chiedendo che il pagamento dei diritti d’autore avvenga in modo più equo. diversi musei stanno ricevendo richieste di pagamento per cataloghi, manifesti, pubblicazioni online, anche risalenti, il tutto per costi davvero esorbitanti.

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La proposta SIAE

L’articolo di Repubblica, dunque, pone un tema particolarmente complesso, quello che mira a bilanciare diritto di cronaca e libertà di stampa, da un lato, con la tutela della proprietà intellettuale delle immagini, dall’altro.

Nel tentativo di trovare un accordo, si sottolinea un confronto con la Francia, Paese che più di altri potrebbe essere preso come parametro di riferimento dall’Italia. Oltralpe, per ogni articolo su carta, è consentita la riproduzione di due immagini gratuite, pur con una forte limitazione alle dimensioni.

In Italia, invece, c’è chi auspica un miglioramento ancora, ovvero la possibilità che qualsiasi articolo attraverso il quale si eserciti il diritto di cronaca, su carta o online, possa contenere fino a 4 immagini, senza dover corrispondere alcuna somma alla Siae e senza limite di dimensioni. Una proposta all’avanguardia che dovrebbe essere presa come esempio non solo per le opere d’arte e non solo in Italia.

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