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Sfatati due miti anti Apple: prezzi iPhone in crescita continua, Cupertino non innova più

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I prezzi iPhone nominali e quelli per i modelli top sono aumentati anche sensibilmente nel tempo, ma il prezzo medio corrisposto dagli utenti è rimasto quasi invariato. Di più: correggendo il prezzo iPhone 2008 originale per tenere conto dell’inflazione scopriamo che il prezzo reale è sostanzialmente identico al prezzo per iPhone XR del 2018 o dell’attuale iPhone 11, rispettivamente il modello più venduto dello scorso anno e quello che si prevede venderà di più da qui a tutto il 2020.

Con solamente due grafici, costruiti a partire da un esame dettagliato e approfondito dei numeri di bilancio di Cupertino, l’analista Horace Dediu, uno dei più attenti osservatori di Apple, sfata due miti anti Apple: quello relativo alla crescita senza freni dei prezzi iPhone negli ultimi anni e anche quello che Apple non innova più e che è rimasta fossilizzata sulla linea di prodotti e dispositivi principali che risalgono all’era Steve Jobs.

Nel primo grafico relativo ai prezzi iPhone si parte dal primo rivoluzionario modello iPhone 2008 proposto a 600 dollari. Questo importo oggi, tenendo conto della inflazione, costerebbe 742 dollari, cifra che suona familiare all’orecchio perché è all’incirca il prezzo di iPhone XR in USA e vicinissima ai 699 dollari oggi richiesti per iPhone 11.

prezzi iPhone in crescita continua grafico Horace DediuQuello che è decisamente aumentato nel tempo sono i prezzi dei modelli top di gamma ma sopratutto il numero dei terminali proposti. Sempre in USA iPhone XS raggiungeva quota 1.449 dollari. A sorpresa negli oltre 10 anni di storia di iPhone il prezzo medio di vendita (Average Selling Price, siglato ASP) è rimasto sempre compreso tra 600-700 dollari. I modelli proposti vanno da uno a tre dei primi anni, salendo fino al picco massimo di 17 moduli toccato negli scorsi anni, fino all’attuale di 15 modelli, tenendo conto versioni e capacità di memoria.
Sfatati due miti anti Apple: prezzi iPhone in crescita continua, Cupertino non innova piùIl secondo mito sfatato riguarda la capacità di innovare di Cupertino. Molti ritengono che poco o nulla sia stato fatto dopo gli spettacolari successi dell’era Steve Jobs, ma il secondo post di Horace Dediu dichiara che la base di installato di Apple Watch ha già superato quella del picco massimo raggiunto dell’era iPod.

Non solo: nel giro di uno o due anni ci saranno nel mondo più utenti di Apple Watch che di macOS. La previsione che watchOS diventerà la terza più grande e importante piattaforma di Cupertino arriva comunque in un periodo in cui l’andamento di macOS è superiore a quanto avvenuto in passato.

In realtà l’analista sfata un altro mito anti Apple, quello che sotto Steve Jobs non avremmo assistito al proliferare di versioni e modelli diversi dello stesso dispositivo. A questa affermazione di un utente su Twitter, Dediu risponde ricordando la gamma completa di iPod nell’epoca di massimo successo, con modelli a partire da 50 dollari fino a quelli top da 500 dollari, tutti proposti a prezzi crescenti con salti di solamente 50 dollari tra uno e l’altro. Una strategia di copertura delle varie fasce di prezzo che Apple ha applicato in iPad, iPhone, Apple Watch anche se con meno scaglioni e meno modelli.

Tutto quello che c’è da sapere sui nuovi iPhone 11 e iPhone 11 Pro è riassunto in questo articolo. Tutti gli articoli dedicati a iPhone di Macitynet sono disponibili a partire da questa pagina.

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