Apple TV+, Arcade, Apple Card e News+: praticamente tutti i nuovi servizi Apple generano fatturato e profitti limitati e così sono ancora ben distanti dall’avere un impatto sul bilancio del colosso di Cupertino. Questo quel che emerge da un articolo pubblicato da Bloomberg con il quale si prova a fare il punto sulla situazione in vista della presentazione dei risultati fiscali che arriverà questo giovedì.
Quanto Apple ha lanciato questi servizi l’intenzione era quella di espandere il fatturato al di là della semplice vendita di hardware, un traguardo che allo stato attuale è ancora ben distante dall’arrivare. «I nuovi servizi – dice Bloomberg – devono ancora generare un ritorno significativo. Questo significa che Apple deve ancora trovare il modo di espandersi oltre il mercato di iPhone e di altri dispositivi».
Al momento quando Apple presenta risultati molto importanti nel campo dei servizi – spiega il giornale nel suo articolo firmato dal solitamente ben informato Mark Gurman – continua a contare sulle vendite di App Store e sul contratto di licenza con Google che paga miliardi per essere il motore di ricerca di default dei dispositivi Apple. Il resto, incluso l’ormai rodato Apple Music, contribuisce poco al capitolo “Servizi”.
«Apple TV+ – si legge nell’articolo – non ha avuto ancora dei veri blockbuster, anche se alcuni show e film son stati ben accolti. E anche se Apple ha offerto un abbonamento gratuito a tutti coloro che acquistano un iPhone o nuovo hardware, l’analista di Sanford C. Bernstein, Toni Sacconaghi stima che solo il 15% dei possibili clienti si è abbonato». Per suscitare interesse Apple dovrebbe investire di più sui contenuti originali.
Le cose non andrebbero molto diversamente per Arcade, che sta raccogliendo un numero inferiore di abbonamenti rispetto al previsto, ed Apple Card. La carta di credito gestita da Goldman Sachs ha totalizzato due miliardi di dollari in transazioni, una cifra trascurabile rispetto ad altre carte di credito co-brandizzate.
Il servizio peggiore, spiega Bloomberg, è News+, l’edicola digitale per ora solo in USA, Regno Unito, Australia e Canada che doveva rappresentare un modo per i giornali di essere distribuiti attraverso una edicola digitale che, a fronte di un abbonamento, consente di leggere tutto quel che si vuole. A News+ manca l’adesione di un gran numero di testate di alto profilo come il New York Times e il Washington Post, scettiche sul reale ritorno economico di questa iniziativa.
Non sorprende che, visto l’andamento a rilento dei nuovi servizi Apple e del loro impatto limitato su fatturato e profitti, a Cupertino non resta, almeno per ora, che spremere il massimo dal suo App Store dai cui sviluppatori ricava montagne di denaro (32,8 miliardi nei primi sei mesi del 2020, il 20% in più dello scorso anno), esercitando tattiche che ad alcuni dei suoi partner appaiono vessatorie.
«Quanto i manager Apple – dice Bloomberg – incontrano sviluppatori di alto profilo li spingono ad implementare abbonamenti e acquisti in app. Il messaggio viene interpretato in questo modo: la tua applicazione ha avuto il beneficio di stare su App Store senza contribuire al suo successo finanziario…» In qualche caso questo rimprovero ha avuto dei risvolti pratici «l’applicazione Hey – dice Bloomberg – è stata espulsa da Apple Store perché lo sviluppatore si è rifiutato di implementare un modo per fare il login dall’applicazione e portare il 30% ad Apple».
Per saperne di più su Apple TV+, Arcade, Apple Card e News+ si parte dai rispettivi collegamenti. Tutti gli articoli di macitynet che parlano di Apple sono disponibili da questa pagina, invece per le notizie di Mercato e Finanza di parte dai rispettivi link.