Miguel de Icaza è un informatico statunitense conosciuto in tutto il mondo per i progetti GNOME e Mono. Lo sviluppatore in questione è anche noto per la sua schiettezza e l’ultima sua ponderosa accusa è contro la strategia di sviluppo di Linux. Il perfezionismo eccessivo ha spesso provocato a detta di Icaza inversioni di rotta, la nascita di distribuzioni che differiscono tra loro profondamente senza mai trovare un accordo sui componenti base da usare o meno, con il risultato di impedire lo sviluppo senza contrasti di GNU / Linux. La troppa apertura è causa di una sorta di anarchia che impedisce lo sviluppo di repository regolari. Stanchi di dover seguire questo andamento, grandi nomi del mondo Linux sono passati a OS X. È il caso, ad esempio del già citato Icaza ma anche di Geoff “mandrake” Harrison (noyau, Gnome, The Gimp, Enlightement), David Heinemeir Hansson (Ruby on Rails) e Armin Ronacher (Pygments, Jinja, Twig). Miguel de Icaza afferma di essere sedotto dal compromesso che è OS X, evoluto nel tempo in un sistema UNIX di qualità con allo stesso tempo una bella interfaccia che non richiede hack o driver.
Steven Harms spiega come il passaggio a OS X permetta di non perdere la concentrazione dagli obiettivi primari: gli sviluppatori possono mettere le mani “sotto il cofano” di OS X in modo limitato, senza preoccuparsi di distribuzioni e mille varianti, troppa libertà che può in alcuni casi trasformarsi in un danno per la produttività, poiché ci si ritrova a creare progetti diversi da quelli iniziati. Un progetto di hacking da pochi minuti, d’improvviso diventa un progetto che ha bisogno di giorni di lavoro e grandi perdite di tempo. “Supportare Linux sulle macchine desktop è diventato un peso per gli sviluppatori indipendenti” afferma Icaza che arriva a definire Linux un sistema “per gli idealisti che non vogliono preoccuparsi di dettagli come il supporto degli utenti e la compatibilità a ritroso”.
[A cura di Mauro Notarianni]