La startup Rivos, accusata da Apple di rubare i segreti dei chip di Cupertino reclutando personale che avrebbe portato con sé “gigabyte di specifiche sensibili dei System-on-a-Chip e file di progettazione” è passata al contrattacco. Come segnala Bloomberg la startup ha intentato una causa contro Apple.
La contro-causa sostiene che le restrizioni che Apple impone al personale che cerca lavoro altrove sono eccessivamente ampie e mirano a spaventare i dipendenti a lasciare l’azienda. La causa di Apple risale a maggio dello scorso anno e accusa ex dipendenti Apple di utilizzare chiavette USB, AirDrop, account cloud e persino un backup di Time Machine per rubare informazioni riservate.
Apple sta citando in giudizio la startup Rivos per aver reclutato ingegneri con accesso a informazioni riservate. Secondo la denuncia, Apple crede che gli ex dipendenti abbiano rubato informazioni proprietarie su richiesta di Rivos come requisito per essere assunti.
Secondo il ricorso di Apple, alcuni lavoratori avrebbero utilizzato più chiavette USB per trasferire materiale su dispositivi personali, accedendo alle specifiche più riservate di Apple conservate nelle applicazioni di collaborazione, oltre a utilizzare AirDrop per trasferire file su dispositivi personali. Un tribunale ha già respinto tale accusa, con la promessa ad Apple di poter presentare una causa rivista e corretta.
L’accusa di Rivos contro Apple
Bloomberg riporta che Rivos sta adesso presentando una contro accusa. Presentata venerdì scorso da Rivos e sei ex dipendenti Apple, la causa sostiene che gli accordi di non divulgazione imposti da Apple siano “eccessivamente ampi” e non applicabili.
Secondo l’accusa, Apple intimorirebbe i lavoratori che osano lasciare l’azienda per lavorare altrove, così ostacolando le startup emergenti attraverso misure anticoncorrenziali, incluso il limitare la mobilità dei dipendenti. Questo ha dichiarato Rivos nella sua contro-causa contro Apple.
In questa nuova causa si discuterà su ciò che Apple può ragionevolmente imporre agli ex dipendenti, riguardo il segreto di non divulgazione. Non ci sono dubbi che il segreto possa riguardare specifici piani riguardanti futuri prodotti, così come segreti commerciali di proprietà di Apple: entrambe le parti concordano sul fatto che l’azienda produttrice di iPhone abbia il diritto di mantenere tali informazioni riservate.
Tuttavia, Rivos sostiene che Apple va oltre queste imposizioni, andando a proteggere tutto ciò che i dipendenti hanno imparato durante il loro periodo di lavoro a Cupertino, indipendentemente dal fatto che le informazioni siano o meno di proprietà intellettuale di Apple.
Inoltre, si sostiene che il contratto di non concorrenza di Apple, che limita la capacità degli ex dipendenti di ottenere posizioni presso concorrenti diretti, sia “progettato per, e Apple lo utilizza per, scoraggiare la mobilità e la concorrenza dei dipendenti”.
Un precedente analogo
Il caso è simile a quello di Gerard Williams III, che si occupava appunto della progettazione dei chip di Apple. Nel 2019, Apple lo ha citato in giudizio, accusandolo di violare il suo contratto di lavoro portando con sé segreti aziendali alla startup di chip Nuvia. Williams aveva presentato una contro-causa sostenendo che la clausola di non concorrenza di Apple non fosse applicabile.
In seguito, Apple ha ritirato silenziosamente la sua causa, senza spiegazioni. È probabile che ci sia stato un accordo riservato di qualche tipo. Chissà che questo non accada nuovamente con Rivos.