Apple sarà prima o poi buttata fuori dalla Cina. Lo afferma un importante esperto in rischi politici globali che si occupa di imprese. “È molto probabile” ha dichiarato nel corso del programma “Squawk Box” della CNBC, Ian Bremmer, fondatore e presidente dell’Eurasia Group. “Sarei molto sorpreso in cinque anni di vedere Apple ancora legata al mercato consumer cinese del quale al momento beneficia”.
Bremmer prevede uno scenario con Apple che si troverà ad affrontare gli stessi problemi che ha in questo momento Facebook in Cina (nel paese il social è bannato). “Penso che persone fraintendano la natura del coinvolgimento delle tecnologie cinesi” spiega Bremmer evidenziando la chiusura nel Paese di iBooks Store e di iTunes Movies store, a soli sei mesi dal loro lancio.
Stando a quanto riportato la scorsa settimana dal New York Times, Apple aveva risolto i suoi problemi con il governo cinese, ma le autorità di regolamentazione hanno evidentemente preferito mostrare i muscoli.
Secondo Bremmer, la strategia globale sulla tutela della vita privata voluta da Apple con l’impossibilità di accedere ai dati personali per tutelare la privacy degli utenti potrebbe creare ulteriori problemi. L’impossibilità di poter entrare nei dati degli utenti di iPhone o dispositivi con accesso al web, è un argomento che non piace al governo di Pechino. “O Apple cambia il suo modello – cosa che non penso farà – o avranno grandi problemi ad accedere al mercato consumer cinese”.
Gene Munster, analista di Piper Jaffray, sminuisce le affermazioni di Bremmer: “Il governo cinese avrebbe potuto contrattaccare la crescita di iPhone negli ultimi due anni; mentre la crescita per Apple varia ancora dal 15% al 100%”. “Penso” ha detto ancora Munster, “che la le istituzioni renderanno tutto difficile” ma anche di ritenere che Apple “farà affari a gonfie vele in Cina”.