La domanda di dispositivi mobili e prodotti elettronici in generale mostra segni di rallentamento, sia per gli effetti negativi di incertezze geopolitiche, sia per i lockdown in Cina legati al COVID.
A riferirlo è Nikkei Asia citando il presidente di Taiwan Semiconductor Manufacturing Co. (TSMC), la più grande fabbrica indipendente di semiconduttori al mondo che è, tra le altre cose, uno dei partner più importanti di Apple.
Stando a quanto riferisce Mark Liu, presidente di TSMC, il rallentamento sta emergendo in settori quali “smartphone, PC e TV”, in particolare in Cina, il mercato consumer più grande al mondo.
Liu sottolinea anche che i costi di componenti e altri materiali sono in netto aumento, con conseguente crescita dei costi di produzione per aziende del mondo IT e produttori di chip.
Secondo Liu – che ha parlato a margine di un evento del settore – la pressione in questione potrebbe riflettersi sui consumatori, evidenziando turbamenti per la continua crescita dei prezzi lungo tutta la filiera produttiva. L’industria dei semiconduttori sta già direttamente sperimentando gli aumenti dei costi, con preoccupazioni a causa di incertezze sul piano macroeconomico.
TSMC non ha ad ogni modo modificato i suoi obiettivi di crescita e piani di investimenti per quest’anno. “Nonostante il rallentamento in alcune aree, rileviamo ancora una forte domanda nelle applicazioni automative, nell’high-performance computing, così come dispositivi per l’internet delle cose”, ha riferito Liu. “Non siamo ancora in grado di soddisfare la domanda dei nostri clienti con la nostra capacità attuale. Riorganizzeremo e daremo priorità agli ordini nelle aree dove si assiste ad una robusta richiesta”.
Segnali di un rallentamento generale nella domanda dei consumatori sono emersi nei giorni passati da mosse come la riduzione degli ordini da parte di Apple per l’iPhone SE: Cupertino avrebbe ridotto la produzione di iPhone SE 2022 nel trimestre in corso di 2-3 milioni di unità. I fornitori di Apple – stando a quanto riportato da Nikkei Asia, avrebbero riferito che la domanda è inferiore alle previsioni, attribuendo la causa all’incertezza globale dovuta alla guerra tra Russia e Ucraina.