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Google ha violato cinque brevetti di Sonos secondo ITC

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L’International Trade Commission (ITC) – agenzia indipendente americana per la difesa dei consumatori – ha emesso una pronuncia pregiudiziale nell’ambito di una controversia in materia di brevetti tra Sonos e Google, concludendo che Google ha violato cinque brevetti di proprietà dell’azienda che sviluppa e produce sistemi di altoparlanti attivi e componenti hi-fi.

Sonos ha citato in giudizio Google nel gennaio del 2020 e ha dichiarato che quanto stabilito venerdì 13 agosto dall’ITC è la prima tappa di quella che sarà probabilmente una lunga disputa.

Il Giudice Amministrativo “ha ritenuto validi tutti e cinque i pretesi diritti di brevetto e stabilito che Google ha violato tutti e cinque i brevetti”, ha dichiarato Eddie Lazarus, Chief Legal Officer di Sonos a ZDNet. “Siamo lieti che l’ITC abbia confermato la palese violazione delle invenzioni brevettate da Sonos. Questa decisione riconferma la forza e l’ampiezza del nostro portafoglio, segnando una promettente tappa nel nostro obiettivo a lungo termine di difendere le nostre innovazioni contro appropriazioni indebite da parte di monopoli delle Big Tech”.

Google avrebbe violato la legge Usa del 1930, lo Smoot-Hawley Tariff Act che impone dazi sulle merci importate, richiesti per player audio, controller e relativi componenti. Sonos ha chiesto di emettere un Limited Exclusion Order per impedire l’ingresso negli USA di alcuni dispositivi e l’ingiunzione a cessare ogni attività relativa alla produzione di tutti i dispositivi Google che sfruttano sue tecnologie per gli altoparlanti multiroom, inclusi smartphone, laptop e ovviamente speaker.

Alcuni prodotti Sonos potrebbero aumentare di prezzo

L’elemento portante delle cause è l’affermazione di Sonos secondo la quale Google avrebbe rubato sue tecnologie quando le due società hanno collaborato nel 2013. All’epoca la presunta intenzione di Google era di creare un servizio musicale funzionante con gli speaker multiroom di Sonos; per permettere a Google di fare questo, Sonos ha fornito i progetti di sue tecnologie brevettate. Google non solo ha creato suoi smart speaker ma anche sovvenzionato i propri prodotti per venderli  a prezzo più economico di quelli del conrorrente, impedendo a Sonos di continuare a mantenere in piedi un sistema che faceva affidamento a Google.

I rapporti tra Google e Sonos si sarebbero inaspriti quando Sonos ha cominciato a creare speaker che potevano funzionare con altri assistenti vocali oltre a Google Assistant. L’azienda che sviluppa e produce sistemi di altoparlanti attivi e componenti hi-fi, riferisce di avere cercato di appianare le divergenze dal 2016 (quando fu rilasciato il primo speaker Google Home) ma senza risultati.

A gennaio dello scorso anno Google ha controdenunciato Sonos per la presunta violazione di cinque brevetti legati al digital rights management (DRM, gestione dei diritti digitali), notifiche sulla disponibilità di contenuti, ricerche personalizzate in rete, echo e noise control e reti mesh.

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