Secondo Edward Snowden, l’ex tecnico della CIA noto per per aver rivelato pubblicamente dettagli di diversi programmi di sorveglianza di massa del governo statunitense e britannico, l’FBI dovrebbe rendere note eventuali vulnerabilità sfruttate dall’ente per accedere all’iPhone 5c dell’attentatore di San Bernardino.
Snowden ha affrontato questo argomento nel corso di un dibattito alla NYU Wagner Graduate School of Public Service (Università di New York). “Quando l’FBI individua un caso talmente eccezionale da rendere necessario infrangere la sicurezza di un dispositivo per entrarci”, ha detto Snowden, “si tratta di circostanze eccezionali, da obbligarsi a cercare di cimentarsi nel compito”. “Allo stesso tempo”, dice ancora l’ex tecnico della CIA, “dovrebbero accertarsi di avere chiuso la porta alle loro spalle, affinché noi altri, sia se lavoriamo all’UNICEF, sia se lavoriamo da Starbucks, rimaniamo al sicuro, e non subiremo simili minacce domani”.
L’ente investigativo la scorsa settimana ha fatto sapere che non avrebbe rivelato il metodo sfruttato per accedere al dispositivo in questione, una scelta criticata da esperti in sicurezza informatica secondo i quali l’FBI ha delle responsabilità nei confronti del pubblico.
“Non devono farlo per aiutare Apple” ha spiegato Snowden, “ma per aiutare la nazione, qualsiasi americano che usa questi prodotti e questi servizi”. Non è ancora chiaro quale sia il metodo sfruttato dall’FBI ma l’unica cosa certa (così è stato dichiarato dall’ente) che il sistema sfruttato funziona solo sugli iPhone 5c e precedenti, non funziona sui dispositivi di nuova generazione.