Stando a quanto riportato in una inchiesta di BuzzFeed, anche la polizia italiana ha usato il almeno 130 circostanze “Clearview AI“, controverso sistema di riconoscimento facciale. Il problema è che questo tipo di tecnologia è, come accennato, controversa e non solo: i garanti europei della privacy vietano l’uso di qualsiasi utilizzo dell’intelligenza artificiale per il riconoscimento facciale in spazi pubblici.
Filippo Sensi, deputato ex portavoce e capoufficio stampa del presidente del Consiglio dei ministri (prima Matteo Renzi e poi Paolo Gentiloni), ha ha presentato un’interrogazione parlamentare partendo da quanto riferito da BuzzFeed per chiedere al ministro dell’interno chiarimenti sulla vicenda.
Clearview Al è una società con sede legale negli Stati Uniti, operante nel settore IT (information technology) che fornisce software di riconoscimento facciale principalmente alle forze dell’ordine, ma anche a società commerciali. La società ha sviluppato una tecnologia in grado di abbinare volti a un database di oltre tre miliardi di immagini letteralmente «raschiate», senza autorizzazione, da Facebook, YouTube e milioni di altri siti web, immagini di volti successivamente raccolte in giganteschi database e vendute alle forze di polizia o ad altre aziende private.
“Come segnalato in precedenti interrogazioni”, si legge nell’interrogazione “i sistemi di riconoscimento facciale sono sempre più diffusi nel mondo, malgrado le preoccupazioni crescenti in merito alla loro efficienza e ai rischi per la privacy e i diritti civili dei cittadini, realizzando una forma di sorveglianza di massa illegale e inaccettabile per qualsiasi nazione democratica”.
“La risoluzione del Parlamento europeo del 20 gennaio 2021 sull’intelligenza artificiale ha invitato la Commissione europea a prendere in considerazione l’introduzione di una moratoria sull’utilizzo di tali sistemi da parte delle autorità dello Stato nei luoghi pubblici, aeroporti ad esempio, e nei locali destinati all’istruzione e all’assistenza sanitaria fino a quando le norme tecniche non saranno considerate pienamente conformi ai diritti fondamentali, i risultati ottenuti non saranno privi di distorsioni e di discriminazioni e non vi saranno rigorose garanzie contro gli utilizzi impropri in grado di assicurare la necessità e la proporzionalità dell’utilizzo di tali tecnologie;
“I Garanti della privacy europei, l’Edps (European data protection supervisor) e l’Edpb (European data protection board)”, scrive ancora Sensi, “in un parere congiunto del 18 giugno 2021 sulla proposta di regolamento della Commissione europea relativa all’utilizzo dell’AI (artificial intelligence) presentata ad aprile 2021 hanno ribadito la necessità di «un divieto generale di qualsiasi uso dell’IA per il riconoscimento automatico di caratteristiche umane in spazi accessibili al pubblico, come il riconoscimento di volti, andatura, impronte digitali, DNA, voce, sequenze di tasti e altri segnali biometrici o comportamentali»;
i dati esaminati da BuzzFeed News mostrano che, a partire dal 2020, la tecnologia di Clearview si è diffusa sempre più in Europa. La polizia di Stato italiana avrebbe, secondo l’inchiesta, utilizzato il software per oltre 130 ricerche, non è escluso che questo sia avvenuto solo per provare il sistema o addirittura senza autorizzazione”.
È proprio a causa della loro forte interferenza con la vita privata delle persone che la normativa in materia di privacy stabilisce rigorose cautele per i trattamenti di dati biometrici e per particolari categorie di dati (ad esempio, quelli idonei a rivelare opinioni politiche, sindacali, religiose, orientamenti sessuali), i quali devono trovare giustificazione in una adeguata base normativa.