L’ambiente medico ha bisogno di altre emoji che rappresentano gli organi del corpo umano. A riferirlo è il sito The Verge riportando quanto affermato da Shuhan He, un medico del pronto soccorso che ha già in precedente proposto emoji come quelle per la rappresentazione anatomica di cuore e polmoni.
Shuhan He e altri medici ritengono utili la creazione di nuove emoji, spiegando che queste potrebbero permettere di migliorare le comunicazioni tra dottore e paziente.
Negli ultimi anni sono apparse tra le emoji pittogrammi legati alla medicina e alla salute, con immagini di stetoscopi, apparecchi acustici, ossa e microbi, tutte supportate dallo standard Unicode. Sul Journal of the American Medical Association (JAMA) il medico in questione e altri colleghi hanno scritto di sperare che Unicode approvi nuove emoji utilizzabili nel contesto medico, incluse quelle di organi quali stomaco, fegato, gli intestini ma anche di dispositivi medici quali il flacone della flebo, la TAC o le confezioni di pillole. Shuhan He chiede che altri professionisti del settore medico spingano per ottenere tali emoji, contribuendo a stabilire uno standard per l’uso delle emoji nelle comunicazioni mediche.
«In medicina sappiamo che quando il paziente sente determinate parole, tende a correlarle strettamente con specifiche patologie», spiega He. «Le persone spesso descrivono ad esempio un forte dolore al petto, come se un elefante fosse seduto sul loro petto. Chiediamo sempre com’è il dolore: pungente, lancinante, come un intorpidimento, un bruciore? Sono tutte emoji che potrebbero essere rappresentate in forma pittorica, anziché ricorrere a comunicazioni verbali».
Immagini stile emoji sono già usate nel contesto medico, spiega ancora He. La scala di Wong-Baker (costituita da sei faccine, a cui corrispondono sei diversi gradi di dolore) è uno strumento di autovalutazione dell’intensità del dolore, inventata per i bambini a partire dai 3 anni ma usata anche con pazienti più grandi.
Le faccine della scala di Wong-Baker partono dalla più sorridente, corrispondente a “nessun male/dolore”, per arrivare a quella che piange perché ha “il peggior male/dolore possibile”. Ad ogni faccia corrisponde anche un numero, da 0 a 10, che coincide con l’intensità del dolore.
Se le faccine sorridenti sono già parte della comunicazione medica, spiega He, perché non sfruttare il linguaggio visuale standardizzando le comunicazioni con emoji che è possibile scambiare via telefono? He evidenzia ancora l’importanza della possiiblità di usare le emoji con persone che non possono parlare, non conoscono bene l’inglese o non hanno conoscenze in ambito sanitario, sottolieando la possibilità di sfruttare i pittogrammi per descrivere un sintomo.
Jennifer 8. Lee – coautrice del lavoro di He per il Journal of the American Medical Association – ha co-fondato Emojination, organizzazione che promuove l’uso di emoji più inclusive e rappresentative. Emojination è l’organizzazione che ha contribuito a proporre una serie di emoji all’Unicode, inclusi pittogrammi medici quali lo stetoscopio, la goccia di sangue, i raggi X e il cerotto autoadesivo.