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Seat, la realtà virtuale nella linea di assemblaggio per studiare l’attività muscolare dei lavoratori

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20 telecamere, sensori di ultima tecnologia e occhiali per la realtà virtuale. Potrebbe sembrare lo studio di una startup tecnologica, ma non lo è. Si tratta del laboratorio di biomeccanica di SEAT, situato nel centro di assistenza e riabilitazione (CARS) di Martorell.

Come funziona? “La tecnologia ci consente di ricreare la linea di lavoro nel nostro laboratorio. È necessario che il lavoratore si ponga in una posizione e simuli esattamente il suo compito”, spiega Sonia García, responsabile di Ergonomia in SEAT. In laboratorio vengono misurati due parametri: lo sforzo muscolare e la posizione delle articolazioni durante l’esecuzione di determinati movimenti.

“Alcuni lavoratori possono fare lo stesso movimento fino a cento volte al giorno. Per questo motivo, la rotazione e il design della postazione di lavoro nella linea di assemblaggio sono fondamentali per evitare eventuali lesioni”, afferma García.

L’avatar 3D come in un videogioco: vengono utilizzate due diverse tecnologie per lo stesso scopo. La prima si basa sulla creazione di avatar in 3D. Un totale di 20 telecamere combinate con sensori catturano i movimenti delle articolazioni e, in seguito all’analisi di questi dati, il software costruisce un avatar.

“È un’immagine 3D che riproduce in modo molto preciso sia la velocità, sia l’ampiezza del movimento. È una tecnologia equivalente a quella usata per creare i personaggi di un videogioco, ma con un livello di precisione molto più alto”, spiega sempre Sonia García.

Seat, la realtà virtuale nella linea di assemblaggio per studiare l’attività muscolare dei lavoratori

Realtà virtuale, impatto reale: l’altra tecnologia è la realtà virtuale. Il grande vantaggio di questo sistema è che consente di anticipare e apportare modifiche prima che la linea di assemblaggio entri in funzione. “Possiamo simulare diverse posizioni di lavoro per trovare l’opzione migliore, per esempio, nel posizionamento del portellone. Questo ci consente di risparmiare tempo e costi rispetto ai test sulla linea reale”, sottolinea García.

Come si applicano i risultati? “La biomeccanica apre nuove possibilità di intervento nella progettazione di nuove postazioni di lavoro dal primo minuto”, spiega la Dott.ssa Patricia Such, responsabile Sicurezza e Salute sul lavoro dell’azienda automobilistica. Dal 2017, anno in cui ne è stato inaugurato l’utilizzo, sono stati effettuati oltre 4.000 studi: “In soli due anni, siamo risuciti a ridurre del 70% gli infortuni dovuti a lesioni muscolari e in futuro vorremmo continuare a migliorare”, condivide Such.

I dati raccolti e analizzati sono serviti, tra gli altri scopi, ad adattare la linea di assemblaggio della nuova SEAT Leon, abbassando di 20 centimetri l’altezza di una delle sezioni. Una volta progettata la linea di assemblaggio, il lavoro non finisce. Anche con la produzione in corso, le postazioni di lavoro continuano infatti a essere sottoposte ad analisi per apportare eventuali miglioramenti.

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