Seat aderisce alla Open Automotive Alliance di Google. Lo comunica la stessa azienda spagnola – parte del gruppo Volkswagen – con una nota nella quale Dietmar Peters, direttore della divisione Electric and Electronic Development di Seat si dice «entusiasta di far parte della Open Automotive Alliance. Estendere le funzionalità dei nostri prodotti di infotainment con l’uso di Android nelle nostre auto è l’esempio perfetto del nostro claim “technology to enjoy”».
Di sicuro Seat svilupperà delle app ad hoc per questo nuovo servizio, ma per ora non ha ancora comunicato i modelli su cui sarà disponibile, né le tempistiche. Quella dell’integrazione tra dispositivi mobili e autovetture è uno dei grandi campi di battaglia sul quale i gioca il confronto tra iOs di Apple – con Carplay – e Android Auto, il sistema di Mountain View sostenuto proprio dal consorzio Open Automotive. L’obiettivo è lo stesso: un’integrazione profonda tra le risorse informatiche e multimediali dell’auto e il device mobile, così da controllare in maniera più semplice ed immediata l’accesso a tutte le risorse di questi ultimi: non solo la musica e i servizi di navigazione satellitare o mappe, ma anche la vastissima offerta di app, da quelle che già esistono ad altre che saranno create appositamente.
Entrambe le piattaforme hanno ricevuto in pochi mesi numerose adesioni da parte dei costruttori di auto (Carplay è stato annunciato a marzo, Android Auto a giugno, dopo la creazione della Open Automotive Alliance a gennaio) con alcuni grandi gruppi che hanno deciso di offrire entrambe le soluzioni ai propri clienti, come ad esempio Fiat Chrysler, Ford, Mitsubishi e la stessa Volkswagen, che però, per quanto riguarda Seat per ora è solo nell’elenco di Android Auto.
La strada, comunque, è segnata: niente più sistemi proprietari legati ad un solo marchio, ma piattaforme costruite in dialogo con la major dei device mobili. Anche se la tecnologia sulle auto non si ferma qui, con le principali case che stanno lavorando a sistemi di connessione non solo all’interno dell’abitacolo, ma anche tra auto e infrastrutture. Una sorta di elaborata e diffusa telematica sullo stile di quella della Formula Uno. In questo senso l’annuncio, qualche settimana fa, dell’acquisto ancora da parte di Volkswagen di un centro di ricerca e sviluppo tedesco di Blackberry, per acquisire competenze e capitale umano capace di affrontare questa sfida.