I laptop con disco flash non vendono e non venderanno. A non vedere ‘alcun motivo’ perché questa nuova tecnologia possa avere successo è Bill Watkins , amministratore delegato di Seagate. La presa di posizione di Watkins, che distrugge, letteralmente, ogni prospettiva di successo dei dischi SSD, è evidentemente interessata; Seagate è il numero uno al mondo nel campo di dischi tradizionali di cui controlla una larga fetta del mercato e non produce alcun disco basato interamente su memorie flash. Nonostante questo le dichiarazioni di Watkins vanno ascoltate con attenzione anche perché contengono alcune (non troppo) velate minacce a chi si sta occupando del business SSD.
L’amministratore di Seagate sminuisce le possibilità di successo degli hard disk basati su memorie flash, essenzialmente, per uno sfavorevole rapporto tra capienza e costi e ad esempio porta proprio il MacBook Air. ‘C’è un modello da 80 GB che costa 1800$ e uno da 64 GB che costa 3100$. Perché pagare così tanto di più per avere un disco anche meno capiente? Si può dire che si sia di fronte ad una scelta difficile?’, dice Watkins. ‘I dischi SSD sono semplicemente troppo costosi e sarà così molto a lungo’.
Ma se per caso le cose dovessero andare diversamente, Seagate ha pronta la risposta: una causa legale contro tutti coloro che costruiscono dischi SSD. Il ricorso agli avvocati e ai tribunali, una strategia ben nota nel mondo dell’industria americana quando si vuole mettere in difficoltà un avversario, deriva dall’utilizzo (secondo Watkins) di varie tecnologie proprietarie di Seagate e Western Digital usate per far comunicare i dischi con il computer, tecnologie che non sono mai state licenziate e che potrebbero costruire il nocciolo di un caso legale.