Seagate licenzia 1.000 persone ma la ragione non risiede completamente, o per lo meno non solo, nella concorrenza degli SSD sui dischi fissi attesa da anni: a questa infatti si aggiungono le recenti dinamiche delle vendite di computer. Dopo due trimestri che hanno evidenziato debolezze sul mercato, principalmente a causa di un rallentamento nel settore PC, Seagate ha annunciato che licenzierà 1.050 dipendenti (il 2% del proprio organico a livello globale), operazione che dovrebbe permettere all’azienda di risparmiare 113 milioni di dollari l’anno.
Il mercato dello storage su dischi fissi tradizionali è in difficoltà; settori più dinamici come quelli di smartphone, tablet e computer ultraportatili usano sistemi di storage di nuova generazione, escludendo completamente la necessità di sfruttare dischi fissi; anche sul versante computer desktop e notebook tradizionali le unità SSD hanno sempre più successo e costano sempre meno. Basti pensare al catalogo Apple: in praticamente tutti i notebook della Mela a listino, che rappresentano gran parte delle vendite totali di Mac, è montato un SSD mentre il disco fisso tradizionale rimane presente solo su un MacBook entry level.
Nel corso degli anni il quantitativo di informazioni memorizzate è cresciuto dall’ordine di megabyte fino ai gigabyte e anche oltre, confermando la necessità di memorizzare e accedere correttamente a enormi quantitativi di dati. Gli HDD hanno ancora senso per chi è alla ricerca di unità per la memorizzazione di grandi quantità di dati e in ambienti quali ad esempio quelli riservati al cloud.