Seagate ha annunciato “un piano di ristrutturazione aggiuntivo” per consolidare ulteriormente l’azienda a livello globale in Asia, regione EMEA (Europa, Medio Oriente e Africa) e Americhe. Il piano prevede la riduzione dell’organico di circa 6500 unità, in pratica il 14% dei dipendenti alla fine dell’anno fiscale del 2017.
Già nel 2015 l’azienda aveva licenziato circa 1000 persone, evidenziando debolezze sul mercato, principalmente a causa di un rallentamento nel settore PC. Il mercato dello storage su dischi fissi tradizionali è da tempo in difficoltà; settori più dinamici come quelli di smartphone, tablet e computer ultraportatili usano sistemi di storage di nuova generazione, escludendo completamente la necessità di sfruttare dischi fissi; anche sul versante computer desktop e notebook tradizionali le unità SSD hanno sempre più successo e costano sempre meno. Basti pensare al catalogo Apple: in praticamente tutti i notebook della Mela a listino, che rappresentano gran parte delle vendite totali di Mac, è montato un SSD mentre il disco fisso tradizionale rimane presente solo sugli entry level. Nel corso degli anni il quantitativo di informazioni memorizzate è cresciuto dall’ordine di megabyte fino ai gigabyte e anche oltre, confermando la necessità di memorizzare e accedere correttamente a enormi quantitativi di dati. Gli HDD hanno ancora senso per chi è alla ricerca di unità per la memorizzazione di grandi quantità di dati e in ambienti quali ad esempio quelli riservati al cloud.