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Se la Cina invade Taiwan, TSMC può bloccare la produzione di chip da remoto

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C’è chi è pronto a scommettere che prima o poi la Cina invaderà Taiwan, uno scenario che avrebbe effetti su scala mondiale, per gli enormi interessi che rappresenta lo Stato dell’Asia orientale, anche solo e soltanto per la produzione di chip.

Un’azienda come TSMC dipende da forniture di altre economie e uno scenario guerra di non permetterebbe all’azienda di operare, con conseguenze negative per aziende come Apple e tante altre ancora che si appoggiano alle sue fonderie.

Dmitri Alperovitch, conosciuto per essere stato uno dei pochi ad aver previsto, a fine 2021, l’invasione russa in Ucraina, nel volume “World on the Brink” (il mondo sull’orlo del baratro), immagina l’invasione della Cina a Taiwan nel 2028, ma militari USA ritengono questo scenario possibile anche prima.

Bloomberg riferisce che tra le preoccupazioni, vi sono le già citate linee produttive di TSMC, e la possibilità di accaparrarsi attrezzature specializzate come quelle fornite a TSMC dall’olandese ASML (una delle pochissime aziende al mondo specializzata nella realizzazione di macchine EUV, ultravioletti estremi) che potrebbero finire in mani cinesi.

TSMC pronta a produrre chip a 3 nm nella seconda metà di quest’anno
Foto di TSMC

Secondo fonti di Bloomberg, la multinazionale olandese ASML può in caso di necessità disabilitare da remoto il funzionamento di suoi macchinari. ASML, il più grande fornitore per l’industria dei semiconduttori e l’unico fornitore al mondo di macchine per litografia ultravioletta estrema (EUV), utilizzate per produrre i chip più avanzati, fornisce imponenti macchinari (pesanti e grandi più o meno quanto un autobus) che costano 217 milioni di dollari cadauno, sfruttati nelle fonderie per la produzione di chip che sfruttano processi litografici di ultimissima generazione.

ASML ha spedito alcuni di questi macchinari in Cina, ma non le versioni più avanzate e quest’ultime potrebbero essere viste come un interessante “bottino di guerra”.

Lo scorso anno il governo dei Paesi Bassi ha bloccato l’esportazione in Cina di macchinari per la litografia, fondamentali per “stampare” circuiti integrati dalle dimensioni nanoscopiche. Taiwan produce attualmente il 90% dei chip più avanzati al mondo, e la prospettiva di fabbriche di chip in mano ai cinesi, non è certamente gradita agli Stati Uniti, con tutto ciò che questo potrebbe comportare.

Come abbiamo evidenziato qui, con la guerra dei chip che incombe, la Cina è sempre più costretta a “ballare” da sola.

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