La scuola è sempre pi smart grazie al registro elettronico, utilizzato da 9 studenti su 10 in Italia. Se è vero che gli strumenti e i servizi mancano in quasi tutte le scuole e che si fa fatica a introdurre la tecnologia in classe, in realtà alcune pratiche smart esistono già e sono già diventate una buona prassi.
Tra queste c’è il registro elettronico, uno strumento che viene visto in funzione quotidianamente dal 90 per cento degli studenti e che ha fatto il suo ingresso in quasi tutte le scuole d’Italia: un piccolo vero successo diffuso su quasi tutto il territorio nazionale.
A dirlo sono le ultime rilevazioni del Ministero dell’Istruzione – aggiornate all’anno 2014-2015 – che raccontano di un registro elettronico di classe presente nel 69,2 per cento degli istituti e di un registro del docente utilizzato dal 73,6 per cento degli insegnanti, ma lo dicono anche gli ultimi dati raccolti da una web survey di Skuola.net, sulla tecnologia a scuola, che ha visto rispondere circa 4mila studenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado. Se la diffusione è un dato positivo, la nota negativa emersa è che spesso sono gli studenti a inserire i dati al posto dei professori.
Registro elettronico in classe: i dati della ricerca
Stando a quanto dicono i ragazzi, nell’86% dei casi l’uso del registro elettronico a scuola è una pratica consolidata. Il 60% degli studenti interpellati, infatti, dice che presenze, assenze, compiti e note vengono registrati esclusivamente su fogli elettronici, mentre per il 26% di loro gli si affiancano carta e penna, per sicurezza. Ma è confortante vedere che solo il 14% dica di utilizzare ancora i metodi tradizionali.
Ci sarebbe da esultare se non fosse che, anche su questo fronte, il Paese risulta spaccato a metà: al Nord, ad esempio, è il 70% degli studenti a confermare l’uso di questo strumento digitale (il 91% se inseriamo anche i casi di coabitazione tra registro elettronico e cartaceo). Al Sud, al contrario, si scende in picchiata fino al 38%, con il 40% che utilizzano sistemi “misti”. Più di 1 ragazzo su 5 proveniente dal Meridione, poi, ammette di non aver mai visto nella propria classe il registro digitale.
I dati del registro elettronico li inseriscono gli studenti
Per quanto riguarda le modalità d’inserimento dei dati, il 74% riporta che quest’operazione avviene direttamente tramite i pc o i tablet presenti in classe. Nel resto dei casi, le informazioni vengono scritte su carta e inserite successivamente in aula professori o nel laboratorio computer, mancando dispositivi in tutte le aule (17%). Altrimenti si delega la questione al personale scolastico non docente (3%) o ci si organizza in altro modo (6%).
Ma chi compila questi registri? I docenti affidano il compito agli alunni e il fenomeno non sembra migliorare: se dodici mesi fa erano solo 2 studenti su 3 a vedersi vietare tale pratica, oggi siamo al 68%. Praticamente non ci sono variazioni. Circa 1 intervistato su 10 testimonia l’abitudine del prof di permettere agli studenti di inserire dati nel registro di classe al suo posto, addirittura il 5% conferma che questo succede anche con il registro personale. Infine, il 16% dice che cose del genere capitano, sì, ma solo raramente.
Genitori sempre più smart con il registro elettronico
Mamme e papà sembrano apprezzare sempre di più la proposta del registro smart: il 43% dei ragazzi che hanno risposto al sondaggio dice che i propri genitori controllano assiduamente il registro elettronico (nel 2015 erano il 38%). Per 1 su 3, la consultazione avviene sporadicamente. A conti fatti i genitori di 3 studenti su 4 – il 75% – hanno ormai preso dimestichezza con il “nuovo” strumento.