Se siete tra quelli che passano ore a studiare benchmark o, semplicemente, prima di acquistare un nuovo telefono confrontano le schede tecniche, consolatevi: siete residuali rispetto al grosso degli acquirenti nel mercato degli smartphone. Almeno secondo John Sculley, CEO di Apple sino all’inizio degli anni ‘90, e oggi patron di Obi Mobiles, snella compagnia che opera in Medio Oriente dedicandosi a smartphone Android di fascia media.
In un’intervista a GulfNews, in occasione del lancio di alcuni nuovi modelli, Sculley è stato chiaro: «Naturalmente è necessario disporre di una buona base tecnologica, ma non basta»: per distinguersi, in un mercato invaso da centinaia di modelli diversi, serve un prodotto «costruito intorno alla personalità dell’utente, in modo da connettere la tecnologia alla persona e renderla visibile attraverso questa strada».
La traduzione nei fatti è un set di prodotti fortemente targettizzati, in particolare ponendo l’attenzione sulla fascia giovanile e lavorando sull’interfaccia utente, più che sulle semplici caratteristiche hardware. «Per adesso le nostre differenze con altri prodotti Android non sono ancora così visibili – spiega Sculley -. Ma abbiamo una tabella di marcia serrata ed entro l’anno prossimo differenzieremo molto la nostra offerta. Renderemo unica l’esperienza social, rendendo facile scattare e postare le proprie foto».
Per ora Obi Mobiles resta in medio Oriente, e anche se Sculley rifiuta qualsiasi paragone con Apple – «prima di camminare serve sapere gattonare» dice con un po’ di ironia – l’imprenditore non nasconde una certa ambizione. I mercati emergenti segnano un tasso di crescita intorno al 32% annuo ed è a loro che Sculley guarda dopo il Medio Oriente, soprattutto a Sud America, ma anche Africa. Scommettendo su appeal e usabilità. Una formula non così differente da quella applicata a Cupertino sin dalla fine degli anni ’70.
Del resto nella storia ultra trentennale di Apple, dopo Steve Jobs, Sculley è stata probabilmente la personalità più influente e quella che più di altri ha segnato l’azienda. Ceo dal 1983 al 1993, arrivò in Apple lasciando Pepsi su invito dello stesso Jobs che usò la celebre frase «Vuoi continuare a vendere acqua zuccherata o vuoi cambiare il mondo?». Nei dieci anni in cui guidò Infinite Loop vennero immessi sul mercato o progettati alcuni dei più innovativi prodotti della storia dell’informatica: il Lisa, il Macintosh, il Newton, e fu responsabile di scelte epocali come quella di virare su sull’architettura PowerPC e, soprattutto, estromettere dall’azienda uno dei suoi fondatori, Steve Jobs. Da un punto di vista commerciale non ebbe lo stesso successo, lasciando Apple in una situazione di affanno (organizzativo, economico e di idee) che durerà per tutti gli anni ’90 fino al leggendario ritorno di Jobs.