Il paradosso del successo sta tutto in uno stupìto post dello sviluppatore, Jesse Grosjean, l’autore di Hog Bay Notebook diventato oggi Mori: “Due giorni fa ho pubblicato la versione 1.0b2 di WriteRoom, e il traffico del mio sito è aumentato di tre volte rispetto al miglior giorno dello scorso anno. […] Quasi per ironia, c’è voluta una settimana di lavoro (ripartita in poche settimane) per scrivere WriteRoom. E un vero programmatore certamente sarebbe riuscito a farlo in un pomeriggio. Comparato con i quattro e più anni spesi a sviluppare a tempo pieno Mori/Hog Bay Notebook, direi che si tratta di una vera e propria rivelazione!”.
Il successo di WriteRoom, piccola applicazione da soli 600 Kb, per adesso gratuita, sta tutto qui: una buona idea al momento giusto. Si era già parlato non molto tempo fa del bisogno di una videoscrittura diversa, che permettesse di concentrarsi solo sull’attività dello scrivere. I fondamenti filosofici non sono solo nei menu strapieni di opzioni, nelle infinite serie di barre e svolazzi vari che riempiono la vita di chi usa ad esempio Word (forse per sconfiggere la paura della pagina bianca). Il problema è l’economia del tempo, la costante interruzione provocata da un flusso incontenibile di interruzioni, una via l’altra: chat, mail, skype, web, rss e via dicendo. Serve una strada nuova. C’è chi ne ha proposta una parecchio radicale, ma quella “giusta” l’ha imboccata per il mondo di MacOs X Hog Bay Software.
L’idea è questa: perché quando si scrive devono coesistere diecimila possibili distrazioni nella già ridotta superficie del monitor dei nostri computer? Scrivere richiede concentrazione, calma, attenzione. E’ un difficile mix tra parola e pensiero, un’attività che nei secoli migliaia di artisti e di professionisti della parola hanno più volte raccontato, per cercare di tramandare i pochi segreti conquistati dopo decine e decine di anni di dedizione assoluta alla scrittura. Serve qualcosa di nuovo.
Qualcosa di nuovo in questo nuovo ambiente è una soluzione che piacerebbe a Steve Jobs: ribaltiamo la prospettiva, eliminiamo tutto quello che è superfluo. Scrivere è una questione di spazio, di occupazione del video con il testo. Deve essere rilassante, favorire la concentrazione, rendere l’attività sicura e veloce. Ecco dunque WriteRoom: un manto nero che copre tutto il video, la colonna del testo nel centro, l’utilizzo delle sottostanti tecnologie di MacOsX (vale a dire la gestione dei testi in ambito Cocoa, la stessa di TextEdit, che permette di importare anche i documento Word), e un po’ di fantasia. Interfaccia gradevole e assente, idea brillante, realizzazione ottima, qualche particolare da rifinire (sarebbe meglio poter allargare di più la finestra di testo sullo sfondo nero) ma possiamo tranquillamente dirlo: WriteRoom è il word processor che mancava. Per di più, gratis…