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Scrivere su iPad, alla ricerca dell’app perfetta: la recensione di Textilus (1)

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Molti tra coloro che hanno acquistato iPad, stanno cominciando ad usarlo come un vero sostituto di un computer e tra compiti tipici di un laptop c’è certamente quello della scrittura, ma orientarsi su App Store, tra le decine se non centinaia offerte in vendita, non è semplice. Macitynet ha così messo alla prova alcuni degli applicativi più conosciuti ma anche, e soprattutto, meno conosciuti per cercare l’app perfetta per scrivere lunghi testi senza dover rimpiangere il nostro classico computer.

Abbiamo davvero bisogno dell’ennesimo word processor? Si, a quanto pare serve. Il Santo Graal della scrittura su iPad non è stato ancora trovato. Certo, i candidati sono molti, le speranze alte, i prezzi di vario genere. Ma il fatto è che non esiste un unico software per fare tutto: la professione dello scrittore non è mai al plurale, ne esistono una pluralità di incarnazioni. C’è chi scrive romanzi e chi scrive codice, chi scrive racconti e chi invece ricette di cucina, c’è chi si appunta i pensieri e chi deve preparare la relazione per il consiglio di amministrazione, prendere appunti in classe, magari comporre poesie. E per ognuno servono funzionalità, layout, impostazioni diverse.

A chi serve allora Textilus (in versione prova gratuita e completo a 4,49 euro), un word processor realizzato dal gruppo di sviluppatori di Knowtilus? A molte persone, data la flessibilità e ampiezza d’usi. Ci sono infatti alcune caratteristiche che rendono questa app abbastanza ambiziosa e particolare. A cominciare dalla sua interfaccia e dalle metafore create, per passare poi alla compatibilità di formati e alle funzioni, sino ad arrivare al rapporto con il cloud, vero e proprio punto centrale per un numero sempre crescente di sviluppatori per iPhone e iPad.

Caratteristiche di base
Textilus si presenta fin da subito come una app votata all’interazione con la rete. Si possono importare ed esportare i documenti usando la connessione USB con iTunes (anche iTunes a cui l’iPad non è sincronizzato), con iCloud, con Dropbox ed Evernote. Per questa prova abbiamo provato Dropbox, e va subito notato che la scelta di uno dei due sistemi di cloud rispetto ad iCloud esclude l’altro, perché il meccanismo di sincronizzazione non permette di avere entrambi attivi. In pratica, entrerebbe in conflitto la cartella con il link simbolico a Dropbox con le API di quella di iCloud.

Altra caratteristica di Textilus è la possibilità di utilizzare l’editor di testo sia in modalità orizzontale che verticale (sembra un’ovvietà, ma non è così per tutte le app di scrittura) e gli sviluppatori sono al lavoro per potenziare con la versione 1.8 l’utilizzo anche di schizzi a disegno fatti in punta di dito, oltre al tradizionale sistema di scrittura con tastiera virtuale o tastiera interna. Textilus è compatibile con vari formati in esportazione: PDF, RTF, TXT, Markdown e HTML. Mancano i “DOC” e “DOCX” (caratteristici di Microsoft Word), mentre la sincronizzazione si può fare anche con Evernote e le lingue e le tastiere di scrittura sono ovviamente tutte quelle supportate dal framework del sistema iOS.

Interfaccia
Abbiamo provato Textilus utilizzando l’account di Dropbox, dove c’è il contenitore strutturato di tutti gli articoli e altri materiali utilizzati per lavorare, cercando di capire la completezza e la flessibilità del software. L’aggancio a Dropbox è molto semplice e si fa nella schermata principale. La metafora utilizzata per visualizzare i documenti è quella dei taccuini (molto simili a dei quaderni Moleskine ma personalizzabili con un certo numero di cover precaricate) che sarebbero poi le cartelle all’inteno delle quali vengono messi i singoli documenti. La grande icona dei documenti è in realtà una miniatura del loro contenuto, che sovrasta il nome del file e la data di creazione o dell’ultima modifica. C’è spazio per una dozzina di taccuini nella schermata principale in modalità icona, ma è possibile visualizzarli anche con un visore che permette di alternare le viste tra i documenti locali e quelli in remoto su Dropbox.

Il campo di scrittura dei documenti è quello tradizionale dei documenti iOS che sfrutta in maniera originale l’innovazione della striscia supplementare per la tastiera virtuale. Per quanto risulta a chi scrive il primo software di scrittura per iOS con tastiera virtuale personalizzata è stato IA Writer, che ha introdotto l’idea di una striscia al di sopra dei tasti tradizionali aggiungendo una serie di comandi (per spostare il cursore a destra e sinistra, avanti e indietro di una parola, aprire e chiudere parentesi, gestire le accentate in maniera intelligente. Textilus espande questa idea aggiungendo una specie di “pointing stick” virtuale, simile concettualmente a quello che utilizzano IBM/Lenovo nei ThinkPad al posto della tradizionale trackpad. Un po’ scomoda l’implementazione di Textilus ma comunque originale e funzionale. La striscia è comunque personalizzabile con altre serie di tasti-funzione (anche qui, punteggiatura, formattazione del testo con font differneti e così via). Utilizzando la tastiera bluetooth, scompare ovviamente la tastiera virtuale ma rimane a disposizione la striscia aggiuntiva.

A disposizione, tramite la consueta icona a forma di chiave inglese, la possibilità di prendere snapshot, vedere le statistiche, fare trova e sostituisci, passare alla modalità di vista a finestra piena, mettere/togliere lo sfondo seppia e infine fare delle ricerche online (cioè su Wikipedia) senza dover uscire dall’app, cosa questa molto utile perché consente di introdurre un po’ di multitasking riducendo il bisogno di passare a Safari o ad altri browser. Il fatto che la finestra di navigazione si sovrapponga completamente a quella di scrittura rende però meno utile la funzionalità.

Usabilità
Nella fantasia popolare i word processor sono tutti uguali. Alla fine si tratterebbe solo di scrivere del testo, no? Beh, le cose non stanno così. Non è vero su Mac (o PC) e tantomeno su iPad. Qui infatti le cose si complicano perché la gestione dello schermo, il tipo di interfaccia, la disponibilità di opzioni e semplicemente di formati è la chiave di volta. Inoltre, l’app che usiamo per scrivere quanto è “disponibile” ad offrirsi per aprire un documento quando tocchiamo un allegato di una mail, apriamo un sito web con file allegati o cerchiamo un elemento condiviso in Dropbox?

Textilus si dimostra molto ben strutturato e flessibile. “Mangia” un sacco di formati, e soprattutto esporta in formato RTF – il preferito da chi scrive che da molto tempo lo adotta come formato universale per la creazione, distribuzione e archiviazione dei documenti di testo formattato ma senza immagini allegate – in maniera semplice ma potente. Cliccando sul tasto “Esporta” dopo aver selezionato e messo in modalità “traballante” le icone della schermata iniziale, o addirittura dall’interno dello stesso documento di testo, è possibile infatti spedire per email, esportare su Evernote o su Dropbox, fare il rendering del testo Markdown, copiarlo in formato HTML, oppure copiare il sorgente HTML o txt, ovvero convertirlo e mandarlo via tramite mail o, infine, aprirlo in un’altra applicazione. Opzione questa molto preziosa dato che su iOS il passaggio di un documento da un contesto all’altro è spesso attività che richiede buone dosi di equilibrismo. Selezionando il formato con il quale si vuole salvare il documento (RTF, PDF, TXT, HTML) e a seconda di quali app si sono installate, si aprono i fumetti con le possibili alternative. Tra queste, Drobopx, che se invocata permette così di salvare il documento in una cartella specifica a scelta dell’utente.

Considerazioni finali
Abbiamo adoperato sul campo Textilus partendo con un grosso pregiudizio: l’abitudine a scrivere su Mac utilizzando Scrivener, che permette di organizzare una pluralità di documenti in maniera ordinata dando struttura al lavoro caotico del giornalista anche se, probabilmente, non molto diverso da chi cerca ad esempio di prendere appunti in altri contesti come nei meeting di lavoro o nelle ore di lezione, e avere a disposizione però un ambiente unico. All’inizio può infastidire la mancanza di un pannello laterale che permette di accedere a un albero strutturato delle alternative. Invece, l’approccio “ad album”, in questo caso taccuini, che poi è quello di Pages e degli ambienti iCloud di Apple per intedersi, con documenti o un solo livello di cartelle permesso, sembra infatti sempre riduttivo.

Lavorando con Textilus, accettando di utilizzarlo come strumento per la scrittura e la condivisione dei testi in formati e modi molto diversi, ci siamo resi conto di quanto sia versatile. La possibilità di tenere il testo a tutto schermo e ritrarre la tastiera ad esempio lo rende anche utile come strumento per la revisione di testi lunghi, sui quali alla bisogna si riesce a intervenire anche in maniera piuttosto strutturata.

Mancano – come peraltro mancano alla quasi totalità degli editor di testi tradizionali per iPad – i plug-in per colorare la sintassi di linguaggi di programmazione, rendendo questo editor più adatto a un approccio letterario-umanista-lavorativo che non di programmazione pura. Ma non è un grosso limite, tutto sommato, visto anche che la crescita del markdown come linguaggio universale di scrittura “piana” sta diventando molto significativa.  

Pro
Molto flessibile
Ampio numero di opzioni per importare ed esportare documenti
Usabilità della parte di editor ben sviluppata

Contro
Interfaccia di base semplice, adatta a supportare un numero limitato di album e documenti
Manca la compatibilità diretta con Pages e DOC/DOCX di Microsoft Word

Textilus è disponibile per iPad in versione prova gratuita e completo a 4,49 euro.

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