Sono diverse le strade che portano alla creatività e al successo e grazie a una recente intervista concessa da Scott Forstall è possibile scoprire ulteriori dettagli di come la creatività era incentivata a Cupertino nell’era Steve Jobs. Forstall è stato responsabile dello sviluppo di iOS e MacOS e per anni è stato il braccio destro di Steve Jobs in uno dei periodi più creativi e prolifici della società, con la creazione e il lancio di iPod, poi di iPhone e anche di iPad.
Forstall spiega che in Apple l’idea nelle prime fasi del progetto veniva curata, quasi protetta. «Penso che quando stavamo lavorando su un determinato progetto, su nuove funzionalità, proteggevamo il bocciolo di una nuova idea e prestavamo molta attenzione a questo. Certamente, se arrivassimo a un punto in cui un’idea non fosse buona, la taglieremmo, ma nel momento in cui abbiamo considerato se o ciò valesse la pena farlo, il 100% lo sosterrebbe. In realtà puoi creare un ambiente per sostenere la creatività».
Forstall spiega che è possibile creare un ambiente che favorisce la creatività portando un esempio: sotto la sua direzione, fino alla fuoriuscita da Apple nel 2012, subito dopo il rilascio di MacOS concedeva all’intero dipartimento un mese di tempo per lavorare su progetti personali e qualunque cosa gli ingegneri desiderassero.
Migliaia di persone pagate e milioni di dollari di salari per fare ciò che vogliono, ma questa pratica è tutt’altro che una perdita di tempo e di denaro. L’ex top manager di Apple racconta che i dipendenti lavorano duramente su progetti personali con idee incredibili che a fine del mese gli venivano presentate.
Infine Forstall spiega che creatività, innovazione richiedono praticamente sempre l’assunzione di rischi, come Apple ha fatto. «Penso che tu stia sempre prendendo dei rischi. Una volta, in Apple, eravamo stati vicini alla bancarotta, siamo usciti con l’iPod e l’iPod aveva venduto bene, avevamo il prodotto più venduto nella storia della società. Quindi usciamo con l’iPod nano. Sapevamo che lo avremmo sviluppato e abbiamo annullato l’intera linea di iPod mini prima ancora che avessimo spedito il nuovo prodotto e avrebbe potuto devastare l’azienda. Ma l’abbiamo fatto perché ci credevamo e abbiamo preso dei rischi».