La tecnologia televisiva è in continua evoluzione, e con l’avvento di nuove tecnologie e standard, scegliere il televisore giusto può diventare una sfida. In questo articolo, vi guideremo attraverso i vari tipi di TV disponibili sul mercato e vi spiegheremo le differenze tra le varie tecnologie adottate, in modo che possiate prendere una decisione informata nella scelta del vostro prossimo televisore.
Un po’ di storia: tubo catodico e plasma
I primi televisori usavano un tubo catodico (CRT) e hanno rappresentato la tecnologia prevalente per oltre 65 anni, a partire dal primo TV costruito nel 1934 da Telefunken, in Germania. L’evoluzione ci ha permesso di passare da TV a bianco e nero a TV a colori, e di aumentare le dimensioni fino ad un massimo di 40” – sebbene i modelli commerciali difficilmente superassero i 30”. Il formato delle immagini era 4:3, ed utilizzavano un tubo che irradiava lo schermo ricoperto di fosforo per generare l’immagine.
Successivamente sono arrivati i TV al plasma, che hanno inaugurato l’era dei TV a schermo piatto ed il formato d’immagine a 16:9. I TV al plasma avevano tante piccole sacche di gas che, con l’applicazione di energia elettrica, si trasformava andando ad accendere uno strato di fosforo creando così l’immagine. I primi TV al plasma sono stati prodotti ad inizio anni 90, e sono rimasti sul mercato per circa 10 anni escendo poi di scena intorno al 2015.
TV LCD (Liquid Crystal Display) e TV LED (Light Emitting Diode)
Dopo il plasma si è pensato di adattare ai TV la già esistente tecnologia dei display a cristalli liquidi (LCD), così da ottenere televisori più sottili e più facili da appendere al muro. I TV LCD risultano più luminosi del plasma, ma hanno bisogno di una lampada dietro al display per illuminare i cristalli. Il risultato è un TV indubbiamente luminoso, ma incapace di produrre il vero colore nero, oltre ad avere angoli di visione limitati.
Lo step successivo è stato quello di utilizzare dei LED al posto della lampada di retroilluminazione, ottenendo così i TV a LED. Di base si tratta ancora di televisori LCD, dal momento che è solo la retroilluminazione a cambiare, ma grazie all’uso dei LED essi riescono ad essere ancora più sottili, portano una qualità dell’immagine superiore grazie a colori più vividi e neri più reali, e consumano meno energia.
I primi LED venivano posti ai bordi del pannello (edge-light) ma poi si è pensato di distribuirli uniformemente dietro al display (full-array) per consentire il local dimming, ovvero la possibilità di lasciare delle aree spente per creare dei neri più profondi.
TV OLED (Organic Light Emitting Diode)
Siamo arrivati intorno al 2012, e sia sugli smartphone che sui TV inizia a farsi largo la tecnologia OLED. Si tratta di una tecnologia con pixel auto-illuminanti che richiama il concetto visto per i TV al plasma, ma al posto delle sacche di gas si adotta un composto organico che, stimolato dalla corrente elettrica, acquisisce il colore desiderato.
Le TV a OLED sono quindi molto più leggere di quelle al plasma, e i colori sono i più realistici mai visti su un televisore. Anche il contrasto è il massimo mai raggiunto, come la luminosità che può arrivare a 1000nits. Per contro i TV OLED hanno una vita media più breve, con un degrado medio della luminanza pari a circa il 10% dopo 10.000 ore di utilizzo (ma i modelli più recenti possono arrivare anche a 100.000 ore), soprattutto sul blu – causando così un peggioramento del colore complessivo; un altro svantaggio degli schermi OLED è il cosiddetto burn-in, che mantiene permanentemente un’immagine rimasta in pausa per periodi molto lunghi. Inoltre, i TV OLED sono in generale sensibilmente più costosi dei TV a LED.
Nel 2021 LG, leader nella produzione dei display OLED di grandi dimensioni, ha annunciato una versione migliorata, e chiamata OLED evo. Di base si tratta di un leggero aggiornamento nella configurazione degli emettitori, capace però di portare la luminosità a ben 1300nits.
TV QLED (Quantum-Dot Light Emitting Diode)
Per ridurre il gap fra i TV LED e i TV OLED, Samsung ha sviluppato i primi pannelli con quantum-dot, ovvero dei LED in grado di produrre immagini più luminose e dal colore più preciso rispetto ai classici LED, avvicinandosi alla qualità degli OLED.
Arrivati sul mercato nel 2016, i TV QLED hanno ancora bisogno di retroilluminazione, ma utilizzano una luce blu anziché bianca e riescono a ridurre lo spessore del pannello. Il vantaggio principale è quello di mantenere il prezzo decisamente inferiore rispetto agli OLED, ma i TV QLED hanno anche una vita media più lunga e non soffrono di burn-in.
Non ci è voluto molto per vedere la tecnologia QLED anche da parte di altri produttori: LG ha lanciato nel 2019 i suoi TV NanoCell, che suddividono lo schermo in 30-40 celle illuminate ciascuna da luce blu, riuscendo anche a ridurre ulteriormente lo spessore del pannello. Hisense, invece, ha portato sul mercato i TV ULED, che sebbene non adottino una nuova tecnologa sul display combinano l’uso dei QLED con una più ampia gamma di colori ed una fluidità superiore.
TV Mini LED
Una importante svolta avviene nel 2020 per merito di TCL, che per prima unisce la tecnologia QLED con dei LED di dimensioni molto più piccole rispetto a quelli usati fino a quel momento: arrivano i primi TV a Mini LED, capaci di avere fino a 15.000 LED blu di illuminazione e ben 700-800 zone di controllo, portando la resa dei display LCD ad un livello mai visto prima, ad un prezzo inferiore rispetto a quello degli OLED.
TCL ha aperto la strada, e subito ne ha approfittato Samsung, che l’anno successivo ha lanciato i TV NeoQLED, con tecnologia e prestazioni abbastanza simili ai MiniLED del colosso cinese. E anche LG ha presentato i suoi TV QNED Mini LED, con fino a 30.000 LED blu e 2.500 zone di controllo, che rappresentano l’evoluzione dei display NanoCell, mentre la stessa TCL rilancia con gli OD Zero Mini LED che annullano la distanza fra il pannello LCD e lo strato di MiniLED, riducendo sensibilmente gli aloni luminosi e aumentando il contrasto delle immagini.
E il futuro?
Naturalmente la tecnologia è in continua evoluzione e tutti i principali produttori di televisori sono al lavoro per lanciare le prossime tecnologie di pannelli, in alcuni casì già presentate ma che dovrebbero iniziare ad essere disponibili nei negozi già dal 2024. Vediamo brevemente quali sono le sigle a cui dovremo abituarci nei prossimi anni:
- QD-OLED (Quantum-Dot OLED): si tratta di una combinazione fra OLED e Quantum-Dots annunciata da Samsung, che consiste in un pannello OLED di colore blu con delle celle QLED per convertire la luce blu in rosso e verde; restano i vantaggi dell’OLED, come il contrasto infinito e i neri profondi, ma si ottiene una maggiore luminosità.
- MLA-OLED (Micro Lens Array OLED): l’idea di LG, a differenza di quella di Samsung, fa uso di un insieme di micro lenti (addirittura oltre 42 miliardi in un display da 77”) che hanno lo scopo di ridurre la riflessione interna della luce degli OLED, migliorando così la luminosità ma ampliando anche l’angolo di visione.
- QNED (Quantum Nano Emitting Diode): diversa dal QNED Mini LED visto sopra, questa tecnologia è concettualmente simile a quella dei QD-OLED ma al posto di un pannello OLED porta un pannello emissivo di nano-diodi blu, per una luminosità ancora superiore.
- QD-EL (Quantum-Dot Emitting LED): in questo caso i QLED andrebbero ad emettere direttamente i colori senza bisogno di uno strato aggiuntivo, riducendo lo spessore e migliorando la qualità delle immagini; al momento però non vi è stato ancora alcun annuncio.
- Micro LED: potrebbe sembrare l’evoluzione dei Mini LED con una ulteriore riduzione delle dimensioni, ma in realtà si tratta di un pannello simile agli OLED ma con materiale inorganico che risolve il problema del burn-in e aumenta la vita media, portando la luminosità fino addirittura a 10.000nits; ad oggi esistono pannelli Micro LED di dimensioni molto grandi (come Samsung The Wall, che arriva a 290”), ma a breve dovrebbero arrivare i primi TV a Micro LED di dimensioni più adatte a quelle di un salotto.
Nelle prossime puntate analizzeremo tecnologie e sigle dei TV in commercio.