Anche Steve Wozniak, scandalizzato dai fatti di Cambridge Analytica, se ne va da Facebook. “Gli utenti forniscono ogni dettagli sulla loro vita a Facebook e Facebook guadagna un sacco di soldi dalla pubblicità da questo” ha spiegato Wozniak a USA Today. “I profitti sono tutti basati sulle informazioni degli utenti ma gli utenti non ottengono un ritorno da questi utili”.
Wozniak afferma che preferirebbe pagare Facebook anziché concedere l’utilizzo dei suoi dati personali per la pubblicità e loda Apple per il rispetto della privacy. “Apple guadagna creando buoni prodotti, non sfruttando l’utente” spiega Wozniak; “come si dice, con Facebook sei tu il prodotto”.
L’annuncio di Woz, per quanto importante stante l’aura che in alcuni ambienti ancora avvolge la figura del cofondatore di Apple, non è il peggiore dei problemi per Zuckerbeg. L’amministratore delegato di Facebook il 10 e l’11 aprie andrà a testimoniare al Congresso per fare chiarezza sullo scandalo Cambridge Analytica, prima davanti alla commissione Giudiziaria e a quella del Commercio del Senato e poi alla commissione sull’Energia e a quella sul Commercio della Camera.
Nelle ultime settimane sono emerse nuove polemiche sul social. Si è scoperto, ad esempio, che un progetto prevedeva di incrociare le informazioni fornite dagli ospedali con quelle raccolte dal social per capire quali pazienti hanno bisogno di un trattamento o una cura speciale.
In un’intervista il CEO di Apple Tim Cook ha criticato Zuckerberg dicendo che non si sarebbe “mai ritrovato in questa situazione”. In un podcast su Vox, Zuckerberg ha respinto le accuse come quelle di Wozniak e altri secondo i quali se gli utenti non pagano “allora in qualche modo ciò significa che non ci importa di loro”. “Trovo questa tesi estremamente superficiale e per nulla in linea alla verità” ha detto Zuckerberg spiegando che “se si vuole creare un servizio che aiuta a connettere chiunque nel mondo, la verità è che ci sono tante persone che non si possono permettere di pagare”. “Di conseguenza”, ha continuato Zuckerberg, “così come succede con molti media, avere un modello [di business] dalla pubblicità è l’unico modello razionale che può aiutare nel creare quel servizio per raggiungere la gente”.