SanDisk crede che ci sia un altro modo di trattare il dibattito su come la musica digitale viene venduta e utilizzata dagli utenti, un approccio meno comparativo rispetto a quello espresso da altri appartenenti all’industria: proteggere gli interessi di tutti coloro che sono coinvolti, non di punire i detentori di diritti per cercare di salvaguardare il divertimento che creano e supportano, ma non eliminare i Drm. A proporre la strada è Eli Harari, amministratore delegato di SanDisk, ovvero il principale concorrente (almeno negli Usa) di Apple nel campo dell’hardware per quanto riguarda i player MP3.
Larari, pur senza mai pronunciare il nome di Jobs o di Apple, si schiera contro la soluzione proposta dalla concorrente per sostenere il proprio approccio, quello dei Drm ma aperti. Secondo SanDisk chi critica Apple per l’uso di un sistema di tutela alla copia proprietario ha ragione ‘I sistemi proprietari non sono accettabili per i consumatori. Negli ultimi mesi ‘ dice Harari – in Europa è sorto un coro unanime di lamentele circa la natura non-competitiva dei sistemi chiusi che legano la musica acquistata da una società ai dispositivi della stessa, e vincola i dispositivi di una società al suo provider di musica. SanDisk sta già offrendo un’alternativa con la sua linea di lettori MP3 Sansa, che si connettono a molti dei maggiori negozi per l’acquisto di musica on line, tra i quali Rhapsody, Napster, URGE, Yahoo! Music, emusic e il music store digitale di Best Buy. Gli utenti che acquistano brani da questi servizi possono ascoltarli anche su altri apparecchi che non siano SanDisk. SanDisk e i nostri partner godono del pieno supporto dalle quattro principali compagnie musicali e crediamo che la nostra offerta non sia meno sicura dei sistemi chiusi’.
Il futuro comunque darà ragione a SanDisk perché ‘L’approccio chiuso potrebbe rivelarsi più scorrevole nel breve periodo ma, in ultima analisi limita la scelta degli utenti. Proteggere la musica non significa confinare gli utenti all’utilizzo di un singolo servizio o apparecchio. E’ ora di abbattere i muri.’
Insomma, Drm sì, ma i Drm non nelle mani di un solo produttore. Una posizione, quella di SanDisk, che sembra del tutto coincidente con quella avanzata da alcuni discografici e che, almeno a prima vista, sembra prima di ogni altra cosa indirizzata a smantellare il potere di Jobs e di Apple sul mondo della musica digitale.