La Corte d’Appello del Circuito Federale USA ha da poco ribaltato una decisione che avrebbe imposto a Samsung di pagare una multa da 120 milioni di dollari per aver violato brevetti di proprietà di Apple. I tre giudici di corte d’appello si sono espressi in disaccordo rispetto alle conclusioni del tribunale di grado inferiore rilasciate contro Samsung.
Il caso risale a una decisione del maggio 2014, quando una giuria aveva confermato che Samsung avrebbe violato alcuni brevetti Apple, incluse caratteristiche come l’ormai famoso “slide-to-unlock” e “collegamenti rapidi” nei suoi dispositivi (il metodo che consente di cliccare, ad esempio, un numero di telefono per comporlo automaticamente). Ai tempi Apple era stata accusata comunque di aver violato un brevetto Samsung, ma gli era stato ordinato di pagare una multa relativamente piccola, pari a 158.400 dollari.
Reuters riporta che nella recente decisione è stata sì confermata la più ridotta multa nei confronti di Apple, ma il giudice ha invece negato la violazione di Samsung riguardo ai brevetti di Apple. La corte è stata particolarmente diretta ed esplicita nei suoi commenti sui brevetti di Apple, tacciandoli come “ovvi”, un termine usato per descrivere le tecnologie che non sono meritevoli di brevetti. La Corte ha infine aggiunto che slide-to-unlock e la funzionalità di auto-correzione, considerati fino oggi brevetti di Apple, sono “non validi”.
In definitiva per Cupertino oltre al danno, non manca la beffa: originariamente Apple avrebbe voluto ottenere da Samsung 2.2 miliardi di dollari; ora non solo dovrà pagare a Samsung 158.400 dollari ma si è vista pure invalidare diversi brevetti considerati fino ad oggi fondamentali e sui quali ha incentrato molte sue cause nel corso degli ultimi anni.
“Siamo molto soddisfatti di questa clamorosa vittoria assegnataci della Corte d’Appello del Circuito Federale, che ha affermato che due dei brevetti di Apple non avrebbe dovuto essere rilasciati” ha detto Samsung in un comunicato, aggiungendo che la decisione fa ritornare la competizione sul suo terreno di gioco, cioè il mercato, e non le aule dei tribunali.
Nel frattempo, Samsung ha chiesto alla Corte Suprema di esaminare il ricorso in un altro caso, in cui la società è stata ancora dichiarata colpevole di violare i brevetti di Apple. In tale decisione, che risale ad una causa partita nel 2011, Samsung ha accettato di pagare 548 milioni di dollari ma a questo punto la Corte Suprema potrebbe cambiare nuovamente la situazione.
La conclusione di questa vicenda potrebbe probabilmente dare una svolta ai litigi sui brevetti tecnologici: fino ad oggi scontri di questo genere sembrano aver dato poche soddisfazioni alle aziende impegnate a reclamare la presunta paternità di alcune tecnologia, generando nel computo totale più spese legali che risarcimenti adeguati. Nel caso di Apple, la famigerata “guerra termonucleare” contro Android pare aver avuto poca efficacia, almeno nelle aule dei tribunali.