Da anni si studiano vari metodi per migliorare l’efficacia delle batterie ma a tutt’oggi questa tecnologia presenta vari limiti e tutto quanto finora ideato non ha permesso fino adesso di ottenere benefici reali. Una nuova idea arriva da Samsung che avrebbe individuato un metodo per raddoppiare la durata delle batterie, lasciando inalterata la dimensione fisica delle batterie odierne. La società sud coreana ha ideato una particolare tecnologia che sfrutta polimeri di grafene e litio che migliorano la capacità della batteria, passando da 2100 mAh a 4000 mAh. I ricercatori sono riusciti a sfruttare reazioni diverse da quelle usate normalmente nelle normali batterie al litio, superando il limite dello spessore ridotto delle odierne batterie per smartphone grazie a un catodo in grafene. Secondo il produttore una nuova e specifica cella elettrolitica sarebbe in grado di generare energia per mantenere dispositivo come il Galaxy S6 per due/tre giorni consecutivi con una sola ricarica. Le batterie al grafene potrebbero essere migliori di 1,8/1,5 volte rispetto alle batterie al litio.
Ancora una volta, però, si tratta solo di un progetto di ricerca. Nessuna commercializzazione è all’orizzonte. Le tecnologie che riguardano le batterie devono superare moltissimi test, in particolare quelli riguardanti la sicurezza. Non è la prima volta che il grafene è utilizzato nelle ricerche sulle batterie. A gennaio di quest’anno John Lettow, presidente di Vorbeck Materials, società che produce e si occupa di ricerca e sviluppo sul graffene, aveva spiegato che sfruttando le batterie in questo materiale potrebbe essere possibile creare telefoni ricaricabili in modo completo in 10 minuti.
Il grafene possiede eccezionali proprietà elettriche, ottiche, meccaniche e termiche. C’è da tempo molta attenzione intorno al materiale in questione e, oltre alle batterie, in vari laboratori sono stati creati, tra le altre cose, circuiti integrati, chip e trasmettitori wireless. Nonostante rilevanti progressi scientifici nella comprensione di questo nuovo materiale, e la dimostrazione di dispositivi ad alte prestazioni basati sul grafene, la sfida di integrare transistor al grafene con altre componenti su un unico chip è stata complessa e vinta solo di recente, soprattutto per la difficoltà di far aderire il film di grafene ai metalli e agli ossidi e per l’assenza di processi di fabbricazione affidabili in grado di realizzare in modo riproducibile circuiti e dispositivi.