Maledire via Twitter il proprio dispositivo che ha perso tutto il contenuto è legittimo, ma se chi costruisce quel dispositivo ti oassa centinaia di migliaia se non milioni di dollari di sponsorizzazione, lo è molto meno. Lebron James non deve aver pensato a questo semplice assioma quando ha avuto la sventura di veder azzerato il suo cellulare e ha lanciato un cinguettio nel quale pubblicamente si lamentava di quel che era accaduto, suscitando un piccolo (o forse no) caso nello spazio virtuale del social network.
La vicenda, che sta correndo di sito in sito, è avvenuta nel corso della giornata di ieri quanto James, come spesso fa nel corso della giornata, si è attaccato al suo account. Questa volta non era per parlare di amici e di sport ma perchè il suo telefono aveva «appena cancellato tutto quello che aveva dentro e si è riavviato». Istantaneamente circa 12 milioni di followers di “King James” hanno appreso che il loro idolo era stato colpito «da una delle sensazioni più spiacevoli» della sua vita e certamente hanno sofferto un po’ con lui. Chi però ha subito la fitta più dolorosa sono i dirigenti di Samsung che hanno reclutato Lebron James come testimonial pagando quel che è giusto quando si recluta il più famoso campione dell’NBA. In pratica l’investimento fatto si era rivoltato contro di loro.
È probabile che pur piegati dal dolore, i manager in questione abbiano telefonato ad uno dei tanti assistenti del giocatore chiedendo la cancellazione del tweet che in effetti è sparito qualche minuto dopo, anche se la frittata era fatta vista la vastità della platea. Poco dopo è arrivato un altro tweet da cui si apprendeva che tutto era a posto: «sono tornato in possesso delle mie informazioni», una messaggio che suona come una pezza sul buco e che forse si poteva anche evitare con un po’ di inventiva
Ad esempio sarebbe bastato che Lebron James avesse confessato di avere fatto quel che ha fatto Ellen Degeneres che in TV, sponsorizzata, si spara felicissima dei selfies con un Samsung ma privatamente usa un iPhone. A questo punto forse in Samsung non si sarebbero fatti i salti di gioia, ma almeno la faccia, tecnicamente, sarebbe stata salva.