L’affermazione appare alquanto bizzarra, Samsung non è più ai fasti degli scorsi anni, ma resta sempre il primo produttore di smartphone al mondo; nonostante ciò secondo Ben Bajarin di Creative Strategies, l’azienda Sud Coreana potrebbe finire ai margini del mercato smartphone nel giro di 5 anni.
Per sostenere la sua idea, Bajarin chiama in causa la teoria del dilemma dell’innovatore, idea che prende il nome dall’omonimo libro di Clayton Christensen e che illustra i meccanismi che portano le aziende leader di mercato a diventare esse stesse vittime della loro (mancata) innovazione tanto da essere poi schiacciate dal mercato stesso.
Secondo questi princìpi, mentre inizialmente le innovazioni premieranno le aziende leader con molte vendite, il mercato finisce per maturare fino a uno stato in cui le nuove tecnologie non riusciranno ad affermarsi e le alternative, rappresentate dai prodotti più convenienti diventeranno “abbastanza buone” per il consumatore comune, tanto da oscurare l’innovazione tecnologica dei leader, e decretarne la caduta.
Una situazione simile è probabilmente stata vissuta da Nokia a sua spese e potrebbe presto toccare a Samsung: è ormai chiaro come gli utenti oggi siano meno interessati a spendere 800 euro per un cellulare come il Samsung Galaxy S6 edge+ quando esistono ottime alternative come Moto X Play o OnePlus 2 a circa la metà del prezzo. Il mercato Android offre oggi dispositivi di valore a prezzi contenuti e la fascia premium di Samsung (quella che produce più utili) attira molto meno rispetto al passato, e questo potrebbe causare la sua fine.
Secondo Bajarin, Apple sarebbe invece immune a questo effetto proprio perché di iPhone ce n’è uno solo: solo un iPhone è paragonabile ad un iPhone e chi vuole acquistare un iPhone non ha scelta; di dispositivi Android come quelli di Samsung invece ce ne sono centinaia, molti dei quali sufficientemente performanti da rappresentare un’ottima alternativa ai Galaxy.