Samsung prepara il contrattacco ad Apple sul piano legale e il terreno della riscossa sarà quello che rischia di far più male alla Mela: iPhone 5. Ad anticipare l’intenzione di mettere nel mirino il non ancora rilasciato telefono è il Korea Times che cita fonti interne, per quanto anonime, della società di Seoul.
La finalità di Samsung sarebbe quella di bloccare la commercializzazione del telefono sul mercato interno, impedendo a SK Telecom e KT, due operatori mobili locali, di vendere il cellulare, avanzando l’ipotesi che alcune delle tecnologie wireless utilizzate dal prossimo modello infrangono brevetti e proprietà intellettuali di Samsung. La recriminazione non è nuova; secondo la controparte di Apple già i presenti modelli di iPhone e di iPad utilizzano, senza averle mai acquistate in licenza, tecnologie Samsung «e a meno che Apple – dice un manager dell’azienda – privi iPhone 5 di funzioni di telecomunicazione sarebbe impossibile vendere quel prodotto senza usare nostri brevetti. Abbiamo solidi argomenti da presentare contro di loro nel corso della battaglia legale che abbiamo in corso. Il blocco in Corea potrebbe rendere la vicenda particolarmente preoccupante per Apple: il paese asiatico assorbe un grande numero di iPhone (circa 3,1 milioni secondo il Corea Times).
Secondo il Korea Times, Samsung fino ad oggi avrebbe cercato di mantenere un basso profilo nella guerra che gli ha scatenato contro la società di Cupertino digerendo anche l’immagine di chi copia invece che innovare, per il fatto che Apple è il maggior cliente per le sue componenti, ma l’escalation delle ultime settimane con l’attacco su più fronti, il blocco alle vendite in Germania e la minaccia che si sta estendendo in tutti i mercati più ricchi al mondo e su tutti i prodotti della serie Galaxy, sarebbe un rischi troppo grande, dice il giornale, per continuare a restare a guardare.
In ogni caso, si legge nell’articolo, la speranza di Samsung è ancora quella di una ricomposizione amichevole proprio alla luce del fatto che Apple, nonostante l’ormai certo e non distante passaggio a TSMC per la produzione dei processori (ora in produzione negli stabilimenti del “nemico” coreano), è di gran lunga il suo maggior acquirente di memorie Flash.