Samsung Electronics ha chiuso l’ultimo trimestre fiscale con un vistoso calo del 60% rispetto al periodo dello stesso anno. Come abbiamo già spiegato i problemi della società derivano per lo più dal gruppo IT & Mobile Communications (IM), finora responsabile del 70% dei profitti, grazie a smartphone high-end quali Galaxy S e Note. Nella divisione Mobile è stato registrato un calo dei profitti del 73.9%: il più forte mai registrato dai sudcoreani dal quarto trimestre del 2011. Il giro d’affari è diminuito del 20% a 47.400 miliardi di won.
Per far fronte ai problemi, la società ha pronto un piano di battaglia che consiste nell’aumentare significativamente gli investimenti in pubblicità, (in particolare durante il periodo natalizio), puntando anche su Galaxy A3 e A5, dispositivi con materiali più vicino all’area premium, due prodotti che potremmo definire di “lusso economico”. Ricordiamo che Samsung sta pagando fortemente l’attacco di Apple alla fascia alta, con dispositivi con schermi comparabili a quelli di prodotti che hanno sempre distinto l’offerta Galaxy da quella iPhone, mentre verso il basso sta cedendo terreno ai cinesi.
Che questo possa davvero migliorare la situazione è ancora da vedere. I sud coreani hanno anche altri problemi, tra cui un listino troppo ampio, disordinato e per molti versi incomprensibile: decine di modelli con differenze spesso impercettibili anche agli addetti ai lavori. Una confusione di sigle e frammentazione di sistemi che renderebbero urgente fare ordine, sopratutto con concorrenti sempre più agguerriti: non solo Apple ma anche player cinesi quali Xiaomi, Huawei e Lenovo.