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Recensione Samsung NX30: in prova la nuova mirrorless di Samsung

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C’è chi si intende di fotografia e chi no. Tutti abbiamo rapporti con l’immagine ma oggi imperversa la cultura del punta-e-clicca, dell’Instagram, del telefonino con obbiettivi che sono poca cosa rispetto a lenti e sensori di ben più carrozzati strumenti fotografici. Per questo tanti scoprono e poi frequentano la fotografia con apparecchi multi-uso, senza addentrarsi mai nel mondo delle fotocamere semi-professionali. Qualcun altro invece si arrischia e scopre un mondo diverso in cui farsi le ossa da capo.

L’esperimento che Macity ha condotto è molto semplice: ha preso una fotocamera innovativa di tipo semi professionale, la NX30 di Samsung (865 euro su Amazon), e anziché farla provare a un esperto l’ha messa in mano a un dilettante della fotografia, un esponente della generazione Instagram, per vedere cosa succedeva. Qui di seguito, eccovi il racconto della prova svoltasi durante le vacanze di Pasqua.

Il primo approccio
Le scatole (il packaging) delle fotocamere con corpo reflex o simil-reflex sono più piccole di quel che non si possa credere. In quella della NX30 di Samsung ci sono tre aree interne separate da cartoncino ripiegato. All’interno c’è il corpo della fotocamera e l’obiettivo fornito in kit (lo vedremo tra poco), il cavetto USB per collegare la fotocamera e ricaricarla, un caricabatterie USB Samsung simile a quello degli iPhone, un pacchetto con le istruzioni e i CD che contengono ancora una volta le istruzioni, driver per Windows e Lightroom 5 di Adobe fornito in bundle con l’apparecchio, più una fettuccia nera e azzurra con la scritta Samsung che si può collegare ai bordi della fotocamera per trasformarla in tracolla.

La fotocamera arriva con la batteria semi-carica (75%) ma senza scheda di memoria SD. Entrambe si inseriscono alla base, nello stesso spazio. Abbiamo ovviamente una SD predisposta, che formattiamo in-camera (ci dicono che è in questi casi con le fotocamere la resa è migliore, il file system comunque è la Fat32 di Microsoft). Gli obiettivi sostituibili delle fotocamere di questo tipo sono la cosa più notevole rispetto al mondo delle bridge e delle compattine o dei telefonini che scattano le foto. Da questo punto di vista, nonostante la Samsung NX30 non sia una reflex, ne ha tuttavia le dimensioni e ha una ergonomia frutto di lunghi studi da parte dell’azienda coreana che ne permettono una impugnabilità e usabilità superiore anche a molte concorrenti ben più blasonate, garantiscono numerosi siti specializzati.

recensione samsung nx30 70
L’ambizione di Samsung
Samsung è un colosso che praticamente tutti i lettori conoscono: in Corea è un gigante e nel mondo i suoi prodotti sono di riconosciuta qualità. È in pratica l’unico avversario serio per Apple nel settore di tablet e telefonia e probabilmente anche in altri ambiti. Ma è anche un produttore di tecnologie di silicio ed elettroniche. In questo è un caso rarissimo, praticamente unico: riesce a progettare le parti e componenti, oltre  che i prodotti finali. Suo il silicio del processore ARM della fotocamera, suo il sensore delle foto, suo il vetro e il silicio contenuto nelle ottiche che lei stessa fabbrica.

La storia di Samsung per la fotografia digitale è relativamente breve. La serie NX risale al 2010 e l’ambizione dichiarata dell’azienda coreana è quella di scalzare dal podio i colossi del settore Canon e Nikon (entrambi giapponesi). Samsung procede la sua marcia a tappe forzate e, nonostante i due abbiano una storia quarantennale per la produzione delle reflex (che praticamente hanno inventato loro) con un seguito spettacolare, sta guadagnando velocemente campo. Non siamo ancora arrivati al sorpasso, ovviamente, e il grande pubblico guarda con una certa perplessità questa strategia, però non si può dubitare che la via è quella.

Samsung si trova di fronte anche Sony, che produce i sensori di Nikon e che ha lanciato la sua serie di fotocamere non solo punta-e-scatta ma anche Mirrorless a lenti intercambiabili. Entrambe si confrontano con modelli super-sottili a lenti intercambiabili. Per Samsung i modelli NX si distinguono grazie al numero delle tre serie: tre zeri per le super-compatte, due zeri per le compatte e uno zero per il corpo simil-reflex, più la nuova NXmini che è una super-sottile). L’attuale NX30 è la terza generazione di Mirrorless dal 2010, più le NX2000 e NX300 per gli altri due formati e l’inedita Galaxy NX, fotocamera con sistema operativo Android.

Caratteristiche della Samsung NX30
La NX30 mette un sensore APS-C in tecnologia CMOS di 20,3 megapixel con un fattore di riduzione di 1,54 in un corpo molto sottile, dalle dimensioni ridotte: 127 x 95,5 x 41,7mm e 375 grammi di peso fatto con materiale compatto e “tosto” al tatto, che può sembrare plastica ma è in realtà un composito molto resistente. Dell’ergonomia abbiamo già detto, a questo si aggiungono le altre caratteristiche del corpo “tropicalizzato”, cioè resistente all’umidità, alla sabbia, alla polvere e alla pioggia (quindi non subacqueo), ovvero: un mirino digitale LCD XGA da 1,359 milioni di punti che si accende per prossimità dell’occhio (ruota anche di 80 gradi) e schermo tilt AMOLED touch da 3 pollici e 1k pixel.

Dal punto di vista dei processori, Samsung ha realizzato la nuova generazione della CPU di bordo per le immagini, DRIMeIV Image Processor e un potente chip DSP. La velocità dello shutter è di 1/8000, scatta sino a 9 frame al secondo per raffica, ha un autofocus AF ibrido, con 247 punti di rilevamento di contrasto e 105 punti di rilevamento di fase. Scatta sia Raw che Jpeg (o assieme), ha il Wi-Fi (ma non il GPS) e NFC per lo scambio di foto veloce o il controllo dello scatto da remoto con app per Android e iOS. Il range ISO va da 100 a 25.600, registra video a 1080p HD con audio stereo e flash incorporato.

La fotocamera in prova è arrivata con una lente in kit, ma può utilizzare anche altre dodici lenti realizzate da Samsung, tra le quali la nuova 16-50 mm f/2-2.5 di cui si dicono grandi meraviglie su internet. Il kit di base invece ha una lente 18-55 mm con apertura f3.5-5.6 che su sensore APS-C con fattore di riduzione 1,54 devono essere moltiplicati per 1,54. Quindi, la lunghezza equivalente al 35mm della focale è 27,7-84,7.

Utilizzare la NX30
Il corredo di comandi e pulsanti della NX30 è abbastanza ampio e dettagliato. Tutto quel che si può fare con le due ghiere e con i vari pulsanti si può anche fare con lo schermo touch che può ruotare e girare. Infine, i comandi della fotocamera possono essere anche variati via Wi-Fi con la app sia Android (che non abbiamo provato) che iOS (che invece abbiamo provato brevemente e di cui parleremo separatamente: basti sapere che fa il suo lavoro ma in maniera abbastanza rudimentale).

Soprattutto, la razionalità mostrata da Samsung nella scelta dei comandi preassegnati alle varie rotelle e pulsanti è semplice ma convincente. Con il selettore più grande, che è praticamente impossibile azionare per errore, si sceglie il modo di fotografia, che un fumetto nello schermo illustra rapidamente. A disposizione, oltre alle tradizionali P-M-A-S e ai modi impostabili C1 e C2, anche uno Smart Auto (ottimo), Wi-Fi (ovviamente per la gestione del collegamento WiFi) più il modo Smart (con i filtri preimpostati per diversi tipi di immagine) e la Modalità Proprità Obiettivo (ne riparleremo tra un attimo). Invece con il secondo selettore circolare, accanto a quello di accensione-spegnimento, si possono selezionare rapidamente lo scatto fisso, lo scatto a raffica, lo scatto temporizzato e il bracketing.

L’unica scomodità dell’interfaccia, dopo giorni di uso, è risultato essere il pulsante con il centro rosso per avviare la registrazione di video, che è un pulsante separato da quello di scatto. Scomodo perché poco sopra dove si poggia il pollice destro e facilmente azionabile per errore (come testimoniano i numerosi, brevi video che si trovano a fine giornata nella SD card). Accanto al selettore on-off ci sono anche due pulsanti, entrambi programmabili: di default (e c’è anche l’icona) sono assegnati uno per l’avvio rapido del Wi-Fi con una serie di configurazioni presettate e uno per la misurazione dell’esposizione. La ghiera di controllo principale è modale: cambia di significato a seconda del modo di uso della fotocamera. Serve sia per la selezione dei menu, che per la selezione delle opzioni smart di scatto che per modificare scatto, diaframma, dimensione dell’immagine sullo schermo.

Sul davanti della fotocamera il pulsante per sganciare le lenti e quello per l’anteprima della profondità. Alla sinistra del flash retrattile il pulsante per sganciarlo. Lo schermo può essere ruotato verso sinistra e verso l’alto e il basso, e ripiegato in modalità “chiusa” per evitare di azionare comandi con la punta del naso (come è capitato a chi scrive, nonostante l’ottimo mirino digitale abbia un sensore per attivarsi e spegnere lo schermo quando l’occhio si avvicina). I comandi sul retro della fotocamera sono numerosi: una seconda ghiera di comandi con quattro comandi principali e un pulsante, altri sei pulsanti ulteriori.

Le (quasi) infinite potenzialità
Come avrete capito da questa lista (che non esaurisce le possibilità di input da parte dell’utente) padroneggiare la fotocamera, per chi viene dal mondo dei punta-e-clicca/punta-e-scatta, è complesso anche perché i comandi sono paralleli e non a cascata con una serie di menu gerarchici, e riempiono letteralmente i bordi dello schermo con icone e messaggi criptici e un po’ inquietanti. Per fortuna, gli stessi comandi sono riorganizzati in maniera gerarchica e a cascata quando si passa a utilizzare lo schermo (o il mirino) della fotocamera e a scorrerli anche con il dito.

Riguardo allo schermo LCD touch Super AMOLED, Samsung ha fatto un ottimo lavoro non solo per la qualità del display, ma anche per la interfaccia semplice e completa e per la risposta ai comandi touch: si può scorrere con lo swipe, si può ingrandire con il pinch o il doppio tocco, si possono fare le cose che gli utenti di tablet e telefonini moderni sono abituati ad aspettarsi da tutti gli apparecchi ma che a sorpresa sulle macchine professionali non vengono mai fuori. Unica nota singolare: scorrendo le immagini la lista è organizzata al rovescio: la più recente è la prima, non l’ultima, e quindi la pila è orientata in senso contrario al resto del mondo. Sono solo convenzioni, ma praticamente regole per tutti.

Due note ancora sorprendenti sull’impostazione della macchina. Da un lato il mirino, che non è ottico (senza il pentaprisma delle reflex non si può) ma digitale, ha una qualità spettacolare e prestazioni all’altezza: mostra immagini estremamente ben definite che coprono praticamente il 100% del campo visivo con un ingrandimento di 0,96 X, e può oltretutto ruotare verso l’alto di 80 gradi. È una soluzione innovativa che permette di comporre scatti praticamente rasoterra senza doversi sdraiare ma semplicemente piegare dall’alto in basso sulla fotocamera.

Dall’altro lato gli obiettivi Samsung, che hanno un modo sull’obbiettivo (dove è contenuto un motore di messa a fuoco e il motore anti vibrazione) detto i-Function per selezionare e regolare manualmente il tempo di posa, il diaframma, il valore di esposizione, la sensibilità ISO e il Bilanciamento del Bianco. È un quasi-manuale (chiamato Modalità Priorità Obiettivo) che, unito al selettore sulla lente per passare dalla messa a fuoco automatica AF a quella manuale MF, permette un controllo semplificato della fotografia senza doversi perdere in giungle di menu e sottomenu.

La prova su strada
Dopo tanta teoria, la pratica. Nell’utilizzo si è cercato per prima cosa come iniziare a fare gli scatti. Chi scrive ha provato alternativamente in tre modi: tutto manuale, Auto e iFnc. Sulla carta la macchina ha potenzialità notevoli: gli scatti e la messa a fuoco sono rapidissimi, non paragonabili a quelli di una compatta o solo della classe inferiore come le Micro Quattro Terzi. Si sparano raffiche di scatti come niente, praticamente sempre tutti a fuoco, con la possibilità di scattare “stile Canon” senza pensarci per acchiappare l’azione oppure “stile Nikon” per fotografie più composte e studiate.

L’uso appare veramente facile per chi non ha esperienza di questa classe semi-professionale di apparecchi. Il lavoro fatto da Samsung da questo punto di vista è abbastanza innovativo. Rendere più semplice ed ergonomico il segmento medio-alto delle fotocamere è opera meritoria che la concorrenza non pratica con la stessa solerzia. Ma veniamo allo scatto.

I colori registrati dal sensore di Samsung in modalità completamente manuale sono leggermente tiepidi, poco vivaci. Ci si rende conto del tendenziale alleggerirsi delle tinte forti non tanto sul display AMOLED, che invece è saturo e vispo con la regolazione di fabbrica, ma dopo, quando si va a rivisitare l’immagine sul Mac, la sorpresa è piuttosto evidente.

La qualità dei file salvabili è orientata attorno a tre formati (4:3, 16:9 e 1:1) più la possibilità di scegliere tra quattro livelli di definizione dei JPEG o dei RAW (che il Mac digerisce senza problemi) più gli eventuali ibridi RAW+JPEG. Chi scrive ha trovato esaltante la velocità di messa a fuoco della lente del kit, peraltro non una lente eccezionale ma onesta nel suo lavoro e con un po’ di distorsione e vignettatura ai margini. Il barilotto della lente è di plastica con due comodi comandi per far scorrere il tele da 18 a 56 e, più piccolo servoassistito “focus-by-wire”, per la messa a fuoco. Entrambi reagiscono molto bene. La lente rende al meglio durante quasi tutta la sua corsa e tende al buio e alla vignettatura e distorsioni più spinte agli estremi, in maniera più accentuata a fondo corsa.

Oltre alla messa a fuoco super-rapida, spettacolare anche la raffica di scatti, con messa a fuoco continua, e la flessibilità di impiego. La NX30 è una macchina per fare le fotografie che può far storcere il naso ai puristi provenienti dal mondo Canon, Nikon o Fujifilm, ma che in realtà ha delle ottime carte. Non ha mai creato problemi e la semplicità logica con la quale sono organizzati i menu ha restituito abbondantemente il piacere di fare fotografia su un oggetto mai usato prima senza dover leggere manuali o imparare combinazioni complesse e difficili per le regolazioni.

Il pulsante di registrazione video, che può essere disattivato, è la cosa più scomoda: messo in posizione ambigua, rischia di essere colpito involontariamente dal pollice, visto che è praticamente sul vertice della modanatura che serve come presa e riposo delle dita della mano. Invece, è molto piacevole la leggerezza del corpo macchina e dell’obiettivo provato, che non è un pancake e quindi non ha dimensioni ridotte quando è a riposo (come invece sta diventando moda soprattutto nei formati Mirrorless che fanno della compattezza un punto di forza).

La macchina ha un sensore e software di correzione di alto livello, che permettono di salire con gli ISO a quote ragionevoli senza alcun problema: a 12.800 le immagini sono ottime mentre il risultato finale comincia ad essere disturbato oltre la misura superando quota 25.600. Chi scrive ha poi provato a lavorare sulla profondità di campo e sulla messa a fuoco e infine a giocare con lo sfocato, il famigerato bokeh divenuto una specie di mito irraggiungibile soprattutto con gli smartphone o con le fotocamere compatte con sensori molto piccoli, dato che è prodotto dall’obbiettivo in funzione della dimensione del sensore oltre che dell’apertura.

Provenendo dal mondo di Instagram il bokeh della NX30 anche con le lenti kit è semplicemente fantascientifico: cremoso, soffice e non molto profondo, come dev’essere (e non frutto dell’elaborazione di un software). Anche giocando con i campi di messa a fuoco e di sfocatura si riescono a comporre immagini con sfocato davanti e dietro il soggetto ricco e pastoso. Certo, se la pietra di paragone sono invece le reflex di livello superiore, molto dipende dalla macchina e dal tipo di obiettivo: l’ottica del kit è piuttosto buia e non può competere ad esempio con la mitica lente a focale fissa 20mm di Panasonic per il Micro Quattro Terzi, ritenuta da molti critici una delle più efficaci e piacevoli tra quelle in commercio.

Samsung NX30: conclusioni
Una vera e propria sorpresa. Non solo perché la NX30 si è rivelata una fotocamera di livello semi-professionale accessibile e facile da usare per un dilettante della fotografia oltre che adeguata alle esigenze di un esperto, ma anche perché si tratta di un prodotto che compete seriamente con nomi più che blasonati in questo settore.

L’ambizione di Samsung di spingere in una nicchia le varie Canon e Nikon può apparire balzana a prima vista, soprattutto a chi ha passato una vita a contatto con il settore della fotografia semi-professionale e professionale, ma in realtà balzana non lo è. Anzi. Le premesse per andare avanti lungo una strada complessa ma sicuramente interessante da parte di Samsung ci sono. In solo quattro anni la casa coreana è riuscita a mettere in pista una generazione di apparecchi che puntano sulla qualità dei materiali, delle tecnologie e delle ottiche, oltre che la completezza delle funzioni. I primi frutti di questa strategia forse erano ancora in parte acerbi, ma adesso si fa sul serio.

La piacevolezza nell’usare la NX30 di Samsung è particolarmente spiccata per chi non è eccessivamente esperto di fotografia ma ne è attratto perché utilizza con piacere telefonini, tablet e compatte per scattare immagini. Si suppone che questa fascia di mercato di “immigrati della foto digitale” sia più grande di quella dei “credenti” nei grandi marchi, avvezzi a meccanismi e logiche di funzionamento alle volte un po’ balzane ma con risultati sicuramente ragguardevoli soprattutto con certe combinazioni di corpi e ottiche. Samsung mira al bersaglio grosso, al ricambio generazionale, a quelli che non hanno avuto una reflex prima e che sono intimiditi dalla complessità di questo mondo ma al tempo stesso vogliono fare un deciso salto di qualità rispetto a prima. NX30 è proprio la risposta giusta, molto più di tante altre fotocamere.


Pro

Foto spettacolari
Ottima ergonomia
Software completo e ben fatto

Contro
La posizione del pulsante video non è ottimale
App per il Wi-Fi non eccellente

La NX30 di Samsung ha un prezzo consigliato al pubblico di 999 euro. Si trova in commercio anche ad un prezzo inferiore. Ad esempio su Amazon il costo è di 865 euro, spedizione inclusa

 

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