Meglio un iPhone oggi che un pieghevole domani (forse): è senza dubbio intrigante l’idea di avere tra le mani uno smartphone che all’occorrenza si apre per trasformarsi in un mini tablet tascabile da viaggio: per averlo alcuni (pochi) sono disposti a sborsare i 2.000 euro necessari per preordinarlo.
Peccato però che una volta versata la somma il costruttore abbia cambiato i suoi piani. Quando i primi recensori hanno lamentato schermi con problemi, rotti per l’errata rimozione di uno strato che invece non deve essere rimosso o semplicemente guasti e rotture senza alcun errore umano, Samsung ha giustamente pensato di posticipare le spedizioni delle prime unità.
Purtroppo ancora oggi Samsung non ha comunicato una data di arrivo. Si viene così a creare un clima di sospensione indefinita, che sembra ulteriormente aggravato da un’altra informazione mancante: la multinazionale infatti non si è ancora espressa sui problemi di Galaxy Fold e soprattutto sulle soluzioni possibili.
L’unica scadenza certa è quella di legge: negli USA una lettera inviata ai clienti che hanno preordinato Galaxy Fold informa che, salvo comunicazioni da parte dell’utente, l’ordine verrà cancellato se il terminale non verrà spedito entro il 31 maggio.
Il rimborso a chi ha preordinato non rappresenta certo un problema per il bilancio multi miliardario di Samsung, e nemmeno per il suo totale di smartphone spediti ogni anno, siamo intorno ai 300 milioni di pezzi. I dirigenti del colosso avevano anticipato che il primo terminale pieghevole sarebbe stato costruito solo in un milione di pezzi nel primo anno, decisione presa sia per l’elevato prezzo di vendita, sia per le complessità della produzione.
Nella vicenda rimane un dubbio su tutti: possibile che nessuno fuori e dentro Samsung chiamato a provare Galaxy Fold in fase di completamento e pre-lancio, abbia scoperto problemi e inconvenienti in cui sono incappati i primi recensori nel giro di poche ore dalla consegna?