Lo statunitense Natural Resources Defense Council ha commissionato alcuni test indipendenti su vari apparecchi TV di Samsung e LG, oltre al marchio statunitense Vizio, e afferma che i valori sui consumi energetici riportati da questi produttori non corrispondono alla realtà. La vicenda ricorda un po’ il caso Volkswagen scaturito dalla scoperta di un software ad hoc in grado di evidenziare consumi inferiori durante lo svolgimento delle procedure di test governative.
Nel nuovo caso dei televisori Samsung e LG e Vizio la scoperta è stata fatta analizzando TV con grandi schermi prodotte nel 2015 e 2016 e, secondo le conclusioni dello studio, i costruttori avrebbero presentato dati di consumo inferiori grazie ai quali avrebbero ottenuto l’etichetta di conformità “Energy Star”. Si tratta di una certificazione ambita, che conferma la rispondenza a valori stabiliti dal programma governativo statunitense per promuovere il risparmio di energia, migliorando l’efficienza dei prodotti di consumo.
Il problema sembra riguardare principalmente parametri e metodi stabiliti dalla U.S. Department of Energy che analizza i consumi. In questi metodi esisterebbero dei “bug” che sfruttati opportunamente consentono di registrare consumi inferiori e quidi utili a tornare nei limiti per avere il certificato Energy Star.
In secondo luogo Samsung, LG e Vizio avrebbero disegnato il software di gestione delle TV per disabilitare la modalità risparmio di energia quando vengono modificati alcuni settaggi, il che accresce il consumo anche del 100%. Infine esiste un problema di cui il U.S. Department of Energy non tiene conto e non è previsto nei test: quando viene abilitata la modalità HDR le TV accrescono il consumo tra il 30 e il 50%. In più in questa modalità la funzione risparmio energia vine disabilitata.
Secondo i calcoli dell’associazione americana, tutto questo costerebbe agli Stati Uniti un innalzamento della bolletta elettrica degli utenti, tenendo conto dell’uso degli apparecchi nel corso degli anni, pari a 1,2 miliardi di dollari. Simili denunce erano state fatte lo scorso anno dal Guardian che aveva accusato Samsung per motivi simili; il produttore sud coreano aveva negato, sostenendo di aver agito correttamente.