Il principale e più importante erede del Gruppo Samsung ha pubblicamente fatto un profondo inchino per scusarsi delle responsaiblità di un ospedale Samsung nella morte di alcune persone a causa della MERS (Middle East Respiratory Syndrome) in Corea del Sud. Il vice presidente di Samsung Electronics, Lee Jae-yong, noto anche come Jay Y Lee, ha chiesto scusa a pazienti e vittime che hanno contratto il virus al Samsung Medical Center di Seoul. Si è trattato del primo discorso in pubblico del potente uomo sudcoreano da quando, lo scorso mese, è subentrato a suo padre al timone della Samsung Foundation, fondazione di beneficenza proprietaria dell’ospedale Samsung.
La MERS, in italiano sindrome respiratoria mediorientale da coronavirus, è stata contratta da 175 persone all’infuori dell’Arabia Saudita; 85 casi riguardano pazienti, parenti, membri dello staff e visitatori del Samsung Medical Center. Alcuni ospedali di Seul dove è stata riscontrata la malattia, sono stati chiusi al pubblico per evitare nuovi contagi. Queste strutture sanitarie sudcoreane sono state negli ultimi giorni criticate per avere provveduto tardivamente all’isolamento e alla chiusura, favorendo il diffondersi della malattia nei primi giorni.
“Chino il capo e porgo le mie sincere scuse alla nazione per l’immensa sofferenza e preoccupazione che il Samsung Medical Center ha causato” ha detto Lee parlando in televisione dal quartiere generale di Samsung di Seoul, aggiungendo “Io stesso mi sento devastato e direttamente responsabile”. Il vice presidente promette enormi sforzi per l’ospedale affermando che estirperanno le cause alla radice con innovazioni che impediranno il verificarsi di problemi simili in futuro.
Lee ha visitato il quartier generale dell’unità anti-MERS la scorsa settimana e incontrato lo staff per discutere di possibili soluzioni. Il vice presidente è, di fatto, il capo assoluto del Gruppo Samsung, ruolo che svolge da quando suo padre, Lee Kun-hee, è stato ricoverato dopo un infarto (l’anziano padre è ancora nello stesso ospedale). Citando il ricovero del padre, che è in corso da un anno, ha detto che comprende appieno il senso di frustrazione dei parenti dei pazienti. Le scuse in questione sono le prime dal 2008 della famiglia proprietaria dell’azienda.