Samsung ha barato, tenendo in pratica conto di alcune prove normalmente eseguite da chi si occupa di recensioni di TV, individuando i principali segnali di test (particolari pattern), facendo in modo che il dispositivo si comportasse diversamente durante le prove, in modo da evidenziare un comportamento migliore di quello che si ottiene in condizioni reali.
Lo riferisce il sito Flatpanelshd, spiegando che alcuni televisori di Samsung riconoscono la riproduzione di un’immagine composta da una patch del 10% dell’area totale dello schermo nei test HDR, applicando impostazioni ad hoc che permettono di ottenere sempre e comunque il massimo possibile dal pannello (es. elevando il picco di luminosità ben oltre quello normalmente ottenibile in condizioni reali).
Oltre a questo, i televisori Samsung in questione quando individuano l’esecuzione di alcuni test modificano il comportamento in termini di accuratezza dei livelli di luminanza della scala di grigi, al fine di ottenere valori migliori, rispetto a quelli realmente possibili.
A identificare per primo il problema è stato Vincent Teoh di HDTVTest che ha notato l’anomalia sul Samsung S95B QD-OLED TV. FlatpanelsHD ha poi identificato e documentato il problema, su una Samsung QN95B Neo QLED LCD TV, evidenziando problematiche ancora più profonde. Il modello QN95B non solo adatta i colori e la luminanza durante le prove (per ingannare chi si occupa di recensioni) ma aumenta anche la luminosità fino all’80% in più, passando da 1300 a 2300 nit, forzando l’alimentatore, un modo di operare che potrebbe portare anche al danneggiamento dell’elettronica.
Samsung ha promesso un aggiornamento firmware per risolvere il problema, un update che – almeno in teoria – dovrebbe risolvere la questione dei test truccati ma sicuramente non fa bella figura e sostanzialmente sembra ammettere che i pannelli in questione non sono in grado di supportare gli standard dichiarati.
Non è la prima volta che la multinazionale sudcoreana viene colta in comportamenti di questo tipo. Nel 2018 si è scoperto che le foto del Galaxy A8 in un sito malese erano state in realtà scattate con una reflex. Nel 2013 si è scoperto che il Galaxy Note 3 era stato ottimizzato per mostrare risultati migliori con alcuni benchmark. A marzo di quest’anno, sono stati individuati meccanismi di throttling su alcuni telefoni prevedendo nel sistema operativo una lunga serie di app rallentate di proposito, escludendo da questo comportamento le app usate per i benchmark (es. Geekbench e Antutu)