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Niente martelli e fuoco per smaltire 4,5 milioni di Galaxy Note 7

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Samsung le ha pensate tutte per smaltire 4,5 milioni di Galaxy Note 7 ma l’impresa non sarà né semplice né indolore. Moltiplicando infatti il peso di 169 grammi per i 4,5 milioni di unità prodotte prima del blocco totale, si ottengono ben 760 tonnellate di materiale da gestire e smaltire, l’equivalente in peso di 11 carri armati Abrams. In termini contabili si tratta di un fatturato mancato per quasi 4 miliardi di euro. Un problema analogo con un cellulare difettoso nel 1995 era stato risolto con una originale cerimonia collettiva voluta dallo storico presidente Lee Kun-hee.

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Raccolti i terminali difettosi per un valore di 43,6 milioni di dollari, gli impiegati erano stati chiamati a prendere a martellate e poi bruciare il materiale, una sorta di penitenza collettiva come testimonia la fotografia che riportiamo da ETnews. Ora la quantità e il valore dei Galaxy Note 7 non permetterebbe una soluzione simile, ma soprattutto sono cambiati i tempi e la legislazione, soprattutto per quanto riguarda lo smaltimento di materiale elettronico.

Nei giorni del primo richiamo a settembre, quando sono emersi i primi casi di terminali esplosi, i dirigenti del colosso sud coreano hanno accarezzato l’idea di vendere i Galaxy Note 7 ricondizionati nei paesi emergenti. Allora però si pensava che il difetto fosse risolvibile con una revisione della batteria o di un altro componente. Ma occorre ricordare che la precisa causa dei terminali che esplodono non è ancora stata individuata, così Samsung ha deciso per il blocco totale della produzione e naturalmente è sfumato anche il piano di venderli ricondizionati.

Galaxy Note 7
Un dirigente Samsung ha anche scartato completamente l’ipotesi che singole parti e componenti di Galaxy Note 7 possano venire riciclate e impiegate nei terminali di prossima generazione, questo per progetti e design completamente diversi. Secondo le ipotesi di alcuni dirigenti di operatori mobile Samsung smaltirà interamente 4,5 milioni di Galxy Note 7 ma non in una sola volta e in un’unica operazione: è più probabile così uno smaltimento graduale e scaglianto nel tempo in più fasi.

La multinazionale sta nel frattempo cercando di riguadagnare la fiducia dei consumatori. Il 29 ottobre nel corso di un evento dedicato ai distributori che si è svolto a Shijiazhuang (capitale della provincia dell’Hebei), in Cina, 20 dirigenti cinesi di Samsung sono saliti sul palco e si sono inginocchiati per esprimere il proprio rammarico per la questione Galaxy Note 7. Non tutti hanno però gradito questa mossa: su Weibo (un sito di microblogging) molti utenti hanno visto nel gesto una mancanza di rispetto e scarsa conoscenza della cultura locale. Inginocchiarsi è considerata una pratica antiquata, associata alla società feudale, qualcosa che si fa solo davanti alla famiglia o “a Dio” in un atto di estrema disperazione.

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