Dopo la presentazione di iPhone 5s a settembre del 2013, il primo smartphone al mondo con SoC a 64 bit, vari produttori si erano affrettati prima a minimizzarne l’importanza e subito dopo a promettere l’arrivo di smartphone con processori a 64 bit. Più facile però a dirsi che a farsi: Samsung aveva fatto sapere che nel giro di un anno sarebbero arrivati nuovi smartphone specifici ma a oggi non si è visto nulla di concreto. Il futuro Galaxy S6 dovrebbe essere il primo a integrare il supporto ai 64 bit ma non c’è certezza e anzi, stando alle ultime indiscrezioni, il SoC integrato nel nuovo smartphone di punta potrebbe in realtà essere frutto di alcuni compromessi.
Secondo fonti non meglio precisate, citate da Bloomberg, la casa sud coreana aveva intenzione di usare per i futuri smartphone lo Snapdragon 810 di Qualcomm ma avrebbe poi cambiato idea. Quest’ultimo SoC è stato annunciato nella primavera dello scorso anno, ma la produzione è stata rinviata e al momento nessuno smartphone lo utilizza. Xiaomi dovrebbe sfruttarli nel recentemente annunciato Mi Note Pro, e LG sul Flex 2 ma questi dispositivi non sono ancora disponibili. Secondo l’agenzia stampa prima citata, Samsung ha testato internamente lo Snapdragon 810 ma avrebbe poi deciso di non sfruttarlo; questo chip, infatti, soffrirebbe di un problema di riscaldamento quando opera alle frequenze tra 1,2 e 1,4 GHz. È un problema già segnalato da alcuni analisti, anche se non vi è certezza in merito.
La multinazionale sudcoreana ha ad ogni modo bisogno di individuare una soluzione per non ritrovarsi indietro rispetto alla concorrenza. Potrebbe sfruttare soluzioni “in casa” sfruttando nuovi chip Exynos al posto dei Qualcomm oppure sfruttare un diverso e generico design ARM. Salvo che i presunti problemi di riscaldamento non siano stati risolti… non si spiegherebbe altrimenti quale soluzione potrebbe aver individuato LG per produrre i nuovi dispositivi.
