Samsung Electronics ha accettato il pagamento di 150 milioni di dollari a Nanoco Technologies, azienda britannica specializzata in nanotecnologie, per risolvere cause brevettuali legate a tecnologie usate nei televisori LED di Samsung.
Nanoco e GLS Capital (società di Chicago che si è occupata dell’investimento nel contenzioso), hanno riferito in un comunicato che l’accordo appiana le controversie in corso negli Stati Uniti, in Germania e in Cina, prevede un contratto di licenza e il trasferimento di alcuni brevetti.
Alla vigilia dell’udienza, Samsung e Nanoco hanno riferito lo scorso mese a un tribunale federale del Texas di avere raggiunto un accordo, ma all’epoca i termini non erano stati resi noti.
I quantum dot di Nanoco consentono di migliorare la retroilluminazione dei display LED senza bisogno di ricorrere a metalli pesanti tossici quali il cadmio. L’azienda britannica aveva citato in giudizio Samsung nel 2020, affermando che i sudcoreani avevano copiato la sua tecnologia dopo aver ricevuto campioni durante trattative per una potenziale collaborazione.
Dall’azione legale in Texas si evince che Samsung ha cominciato a integrare dal 2017 la tecnologia di Nanoco nei televisori top di gamma QLED.
Il sito PatentlyApple fa notare che il patto di quota lite (l’attribuzione a una terza parte sul compenso all’esito della causa) sta diventando negli ultimi anni una pratica sempre più comune. Tra chi critica questo modo di procedere c’è a la Camera di commercio degli Stati Uniti, facendo notare che accordi tra cliente e aziende che si occupano di contenziosi, oscurano i querelanti promuovendo controversie giuridiche inutili; chi è favorevole a tali pratiche, afferma invece che queste possono appianare il divario tra le forze in gioco e promuovere la giustizia.
La questione è diversa rispetto a quanto avviene con alcuni studi legali che negli USA acquistano deliberatamente brevetti e citano grandi aziende come veri e propri patent troll, “avvoltoi” dell’era tecnologica che non offrono nessun servizio o prodotto e si dedicano unicamente ad acquistare brevetti di tutti i tuoi e denunciando altre aziende che, a loro dire, violano i propri prodotti, spingendo aziende di grandi dimensioni a pagare risarcimenti ed evitare cause legali lunghe e costose.