Il Ministero dell’Industria e Commercio della Federazione Russa preferisce che si usino chip diversi di quelli prodotti da AMD e Intel usati oggi nei computer a uso governativo, e vuole passare a computer con processori realizzati direttamente nel paese transcontinentale. I processori che si intende usare sono denominati “Baikal M” e “Baikal M/S”,prodotti con tecnologie a 28 nanometri sfruttando il design di riferimento del Cortex A-57 a 64 bit di ARM , in grado di operare a frequenze di 2 GHz e utilizzabili sia in ambito personal computer, sia come micro server.
Queste CPU prendono il nome da un lago della Siberia meridionale e sono prodotte da T-Platforms, società specializzata in supercomputers, con il supporto di Rostec, entità no profit statale specializzata in prodotti per l’industria e la difesa, e co-finanziati da Rosnano (acronimo di Russian Corporation of Nanotechnologies), società governativa che si occupa di nanotecnologie.
I processori Baikal saranno installati nei computer a uso governativo e aziende statali, acquistando una media di 700,000 personal computer l’anno per un giro di affari di 500 milioni di dollari e 300.000 server che valgono circa 800 milioni di dollari.
L’obiettivo è rimpiazzare computer che usano CPU prodotte all’estero. Sulle macchine in questione dovrebbe girare una variante del sistema operativo Linux. Gli sviluppatori che sti stanno occupando del progetto ammettono che non sarà un compito facile rimpiazzare le CPU di Intel e AMD. Secondo Kommersant, il maggiore quotidiano politico-finanziario del Paese, le prime CPU Baikal arriveranno all’inizio del 2015; il Ministero ha già previsto varianti server con processori 16 core a 16nm per il 2016.