In USA c’è un complotto contro Apple e ad ordirlo sono i media convenzionali stanno riservando all’azienda americana lo stesso trattamento riservato al partito Repubblicano. Questa è la curiosa tesi di Rush Limbaugh, uno dei più popolari e controversi conduttori radiofonici statunitensi, notoriamente schierato dal punto di vista politico per l’ala più conservatrice e conosciuto per avere tra le altre cose coniato il termine “Feminazi” in associazione al movimento femminista, negato l’effetto serra come esito dell’inquinamento atmosferico, apertamente associato la criminalità agli afro-americani, e paragonato quanto accaduto al carcere di Abu Ghraib ad un innocuo passatempo, simile al rito di iniziazione di alcune fraternity americane.
Limbaugh lancia il parallelismo tra politica e comunicazione tecnologica in uno dei suoi ultimi interventi, citato da The Next Web., nel quale si traccia una correlazione fra la comunicazione politica anti-repubblicani e quella tecnologica che emerge dal modo in cui i canali “tradizionali” tentano di dipingere l’immagine di Apple. Così come la corrente politica dell’elefantino, la Mela sarebbe infatti soggetta ad una tendente campagna tendenziosa da parte della comunicazione mainstream allo scopo di screditarne l’immagine. Viceversa, Android, Google e Samsung sarebbero invece i “democratici” della situazione, cui i media perdonano tutte, sempre elogiati o apprezzati in tutti i canali ufficiali.
A sostegno della sua tesi Rush Limbaugh cita anche il difficile impegno di alcuni blogger pro-Apple che si impegnano giornalmente a tentare di confutare le fonti ufficiali, con articoli a sostegno di Cupertino. Limbaugh non cita esplicitamente i nomi, ma non è difficile immaginare un riferimento diretto a blogger com John Gruber o Jim Dalrymple, che non hanno mai nascosto il loro amore per la Mela e che – per proseguire il paragone politico – potrebbero essere considerati gli “spin doctor” di Cupertino nel panorama dei tech blogger USA. Limbaugh è consapevole del fatto che la maggior parte di tali blogger siano tendenzialmente simpatizzanti per il Partito Democratico. È a questo punto, nella parte finale del suo intervento, che emerge l’intento polemico di Limbaugh cui, in realtà, non interessa moltissimo fornire argomenti sul presunto complotto anti-Apple, quanto dimostrare che ne esiste uno anti- repubblicani. Il polemista e conduttore chiede, con più di un pizzico di retorica, se una volta provata sulla loro pelle l’effetto dei complotti dell’informazione, questi blogger democratici, non si sentissero di impegnarsi contro le reti pubbliche americane, ABC, CBS, NBC, che ne hanno ordito uno identico contro i repubblicani.
Il tentativo di Limbaugh, in ogni caso, è curioso ed interessante perché cerca di veicolare l’immagine della Mela associata a quelle del Partito Repubblicano: storicamente, invece, le tendenze di Cupertino e l’attitudine “hipster” spesso accostata agli iDevice hanno sempre ricevuto interpretazioni e declinazioni più vicine a quelle del Partito Democratico. Basti pensare all’apprezzamento del marchio Apple all’interno dell’utenza omosessuale o lo storico e dichiarato sostegno, anche economico, di Steve Jobs per il partito democratico.