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In pensione Ron Okamoto, uomo Apple delle relazioni con gli sviluppatori di App

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Ron Okamoto, l’uomo che Steve Jobs in persona aveva voluto per occuparsi delle relazioni con gli sviluppatori dell’App Store, non lavora più per Apple.

Il posto di Okamoto è occupato ora da Susan Prescott, esperta dirigente di marketing. A notare il pensionamento di Okamoto, in Apple sin dal 2001, è Bloomberg, spiegando che era responsabile delle procedure di revisione e delle policy dell’App Store, degli strumenti di distribuzione che consentono agli sviluppatori di creare e vendere app, del supporto, comunicazioni con gli sviluppatori, di riconoscimenti e della gestione dell’annuale Worldwide Developers Conference (WWDC).

Prima di arrivare in Apple, Okamoto svolgeva il ruolo di vice presidente Product Management and Marketing per i prodotti grafici di Adobe Systems, azienda dove era responsabile del marketing mondiale e del management di prodotti di grande successo, quali: Photoshop, Illustrator e After Effects. Prima ancora di Adobe, era stato responsabile Product Marketing presso Macromedia (azienda comprata nel 2005 da Adobe).

Okamoto ha conseguito la laurea in amministrazione aziendale presso l’Università della California Meridionale.

La Prescott ha una laurea magistrale in ingegneria dei sistemi e conseguito un master in scienze informatiche; anche lei arriva da Adobe, azienda che ha lasciato per Apple nel 2003.

App Store contro Google Play, meno download ma più ricavi

Il pensionamento di Okamoto è emerso dai documenti del tribunale sulla battaglia in corso tra Apple e Epic. Nei documenti Apple ha spiegato che Okamoto è in pensione ma che è disponibile per la deposizione. Okamoto è uno dei testimoni che sarà sentito nel processo su questioni che riguardano le policy dell’App Store, gli strumenti per sviluppatori e accordi tra Apple e sviluppatori di terze parti. L’avvio del processo senza giuria è previsto per il 3 maggio su ordine del giudice Yvonne Gonzalez. La diatriba di Epic Games contro Apple è iniziata con l‘introduzione in Fortnite di un sistema di pagamenti diretto vietato dalle regole di App Store, ma anche dal regolamento di Google Play Store: il gioco è stato espulso da entrambi i negozi digitali. Tutti gli sviluppi della vicenda sono disponibili da questa pagina.

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