Non è un compito banale il lavoro degli operatori che nelle discariche si occupano di raccolta differenziata, sia per problematiche legate alla sicurezza, sia per la mera monotonia del compito. Lavori di questo tipo potrebbero essere in futuro svolti da robot; ma questi sarebbero in grado di distinguere ad esempio una lattina da un tubo di cartone apparentemente simile?
E quando sarà possibile far diventare questi robot di uso comune forse avremo un valido aiuto anche nell’ingrato e tedioso compito di selezionare la differenziata anche nella pattumiera di utenti un po’ distratti o poco educati? Il trucco sta nell’avere del tatto, letteralmente.
Il Computer Science and Artificial Intelligence Laboratory del MIT ritiene infatti possibile la creazione di robot con il senso del tatto. Alcuni ricercatori hanno creato RoCycle, un robot che potrebbe essere usato nell’ambito del riciclaggio dei rifiuti e che sfrutta sensori inseriti nelle mani artificiali per capire tipologia e natura dell’oggetto che sta manipolando ed effettuare la conseguente selezione.
Un sensore di tensione valuta la dimensione dell’oggetto mentre due sensori di pressione determinano la consistenza, individuando se si tratta ad esempio di carta facile da frantumare o plastica rigida. Giacché i sensori sono conduttivi, il robot è anche in grado di rilevare la presenza di metalli.
Le “mani” del robot sono realizzate con materiali auxetici (fibre che si aprono “ad ombrello”, determinando una dilatazione in direzione trasversale a quella di sollecitazione; viceversa, se sottoposte a compressione “si chiudono”, determinando una strizione del campione).
Ogni dito include materiali auxetici nella mano destra e nella mano sinistra; queste possono interagire in vari modi e consentire l’esecuzione di movimenti più dinamici rispetto a quelli che tipicamente gli arti di queste macchine sono in grado di eseguire, senza bisogno di ricorrere a pompe pneumatiche o ai compressori usati nella creazione dei soft-robot capaci di azioni e movimenti affini a quelli compiuti da esseri viventi.
Al momento – riferisce Engadget – non è ancora possibile vedere questi robot in azione nei locali impianti di riciclaggio. L’accuratezza nella selezione è pari all’85% con oggetti immobili ma scende al 65% simulando la loro presenza su nastri trasportatori.
Ci sono anche altre complessità da risolvere: che fare, ad esempio, quando qualcuno inserisce una lattina all’interno di una scatola di cartone? Miglioramenti vari sono allo studio e il prossimo obiettivo è combinare/integrare il sistema touch del robot con tecnologie di visione artificiale che consentiranno di valutare con maggiore precisione varie tipologie di oggetti.
L’impatto nel settore potrebbe essere rilevante e se da una parte è vero che si tratta dell’ennesimo robot che mira a sostituire il lavoro umano con quello svolto dalle macchine, è anche vero che si tratta di macchinari in grado di svolgere ininterrottamente lavori poco piacevoli e pericolosi, riducendo i costi per lo smaltimento e di diminuire la quantità di oggetti che finiscono in discarica.