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Rivoluzione T-Mobile, iPhone senza sussidi e per Apple potrebbe cambiare tutto

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La rivoluzione copernicana della telefonia mobile statunitense è attesa entro la giornata di oggi: T-Mobile, ultimo grande operatore USA a essere sprovvisto di iPhone, annuncerà l’introduzione dello smartphone della Mela con una proposta commerciale “sovversiva”. Per la prima volta, infatti, lo smartphone più costoso sul mercato verrà proposto senza sussidi e senza contratto con una nuova formula che pone meno vincoli agli utenti e soprattutto punta a spostare il baricentro di interesse non più sulle tariffe mensili agevolate o sul prezzo iniziale contenuto, bensì su una definizione di costi e servizi più a misura delle esigenze degli utenti.

La proposta commerciale sarà resa nota nei suoi dettagli durante la giornata di oggi ma da quel che anticipano alcuni siti americani le ipotesi sono due: i clienti saranno chiamati a pagare un prezzo d’ingresso e poi una quota mensile da aggiungere alla propria bolletta per rimborsare il costo completo dello smartphone, un po’ come già accade in Italia, oppure, seconda ipotesi, a pagare totalmente lo smarpthone ma con l’offerta di piani e tariffe dal prezzo più contenuto e da costruire ad hoc.

Qualunque sia la formula che sarà adottata, si tratta di una svolta capace di rivoluzionare il sistema commerciale su cui si è fondato il successo di iPhone.

Apple negli USA ha avuto un enorme successo con il suo telefono non solo perché si tratta di un “prodotto di casa”, ma perché gli operatori pur di venderlo sono sempre stati disposti a sobbarcarsi il costo del terminale in sostanza per intero, sperando poi di recuperare il prezzo pagato e “abbonato” all’utente con i canoni versati nel corso della durata del contratto. Questo ha determinato nel corso degli anni un appesantimento dei bilanci perché a ogni uscita di iPhone gli operatori sono sempre stati costretti a pagare, letteralmente, un dazio ad Apple per restare in partita. Il modello progressivamente si è dimostrato incapace di far crescere sostanziosamente i profitti, poiché alla fine chi si è trovato a guadagnare di più è sempre stata Cupertino, che oltre al resto, incassava fatturato senza correre i rischi che correvano gli operatori.

In termini concreti quel che succederà, per ora solo con T-Mobile, è che gli iPhone saranno proposti, di fatto, ai clienti al loro prezzo reale e toccherà ai clienti decidere se vogliono acquistare il cellulare (a rate o al momento di uscire dal negozio, poco importa) o comprarne un altro. In cambio l’operatore mobile offrirà costi di esercizio più bassi di quelli della concorrenza perché non dovrà preoccuparsi di recuperare il costo del terminale incorporandone la spesa nella bolletta telefonica sotto forma di scatti, Sms e navigazione a prezzi più alti.

Nel momento in cui questa formula dovesse dimostrarsi vincente, e T-Mobile (e con lei alcuni analisti) scommette che lo sarà, è difficile pensare che operatori come AT&T, Verizon e Sprint che sono costantemente sotto il fuoco di fila degli azionisti per i costi elevatissimi che versano ad Apple per comprare al buio i suoi telefoni, non imbocchino la stessa strada. A quel punto l’iPhone si troverà a competere sul mercato da “nudo”, in altre parole con il suo vero prezzo di fronte alla concorrenza che, come noto, ha solitamente prezzi più bassi e competere nel rapporto tra costi e funzionalità invece che semplicemente sul piano dell’appeal, potrebbe diventare difficilissimo. Oggi i menzionati concorrenti se non hanno chiuso il gap estetico e di usabilità, certamente sono molto più vicini del passato e spesso anche più avanti sotto il profilo tecnologico e con costi più economici.

Questo scenario che non appare troppo improbabile, è certamente una delle ragioni per cui Apple si prepara a lanciare un iPhone low cost. Avere, almeno negli USA, un cellulare a prezzo di vendita più competitivo con quello dei concorrenti al momento non è fondamentale visto che questo prezzo interessa in pratica solo gli operatori, ma lo sarà quando gli operatori dovessero cominciare a mettere iPhone in vetrina, come accade in numerosi paesi del mondo, Italia inclusa, con il cartellino del prezzo reale, non sovvenzionato, accanto a quello dei concorrenti.

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