Steve Walker, un rivenditore di una piccola catena di negozi in Arizona, ha chiuso i battenti per ragioni economiche e sul sito web aziendale accusa Cupertino di concorrenza sleale: “La graduale apertura di cinque retail store nella zona di Phoenix e aree limitrofe ha modificato il rapporto di Apple con i rivenditori” si legge sul sito del commerciante. “Riuscire a ottenere profitti e fornire un buon servizio ai clienti è diventato quasi impossibile con Apple”. Il commerciante lamenta l’impossibilità di ottenere alcuni prodotti: “Come molti di voi avranno notato (recentemente con l’iPad 3), Apple non fornisce prodotti ai rivenditori indipendenti, privilegiando invece gli Apple Store”. “Per questo e altri motivi lunghi da elencare e di cui probabilmente v’importa poco, abbiamo deciso di chiudere in modo definitivo i nostri negozi”.
La situazione non è nuova, e da anni molti rivenditori lamentano situazioni simili (è già successo con MACAdam e MacSolutions). In Francia, il più grande rivenditore del paese, eBizcuss, a dicembre dello scorso anno ha sporto denuncia nei confronti di Apple per concorrenza sleale. Anche secondo eBizcuss, Cupertino favorisce i propri Apple Store per gli approvvigionamenti dei nuovi prodotti. François Prudent, amministratore delegato della società d’Oltralpe ha dichiarato qualche tempo addietro a Le Figaro che i problemi sono cominciati nel novembre del 2009, mese d’inaugurazione del primo Apple Store in Francia, un flagship store collocato strategicamente all’interno del centralissimo Carousel del Louvre a Parigi.
[A cura di Mauro Notarianni]